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    La Cina ha installato una batteria di missili in un’isola contesa del Mar Cinese Meridionale

    Gli Stati Uniti e altri paesi del sudest asiatico sono preoccupati per le tensioni nella regione

    Di TPI
    Pubblicato il 17 Feb. 2016 alle 09:50 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:14

    Il governo cinese ha installato missili terra-aria su una delle isole contestate nel Mar Cinese meridionale. Le immagini satellitari confermano la presenza di due batterie lanciamissili e di un sistema radar su Woody Island.

    La tensione, già alta nella regione, potrebbe dunque farsi ancora più pesante. Un’immagine del 14 febbraio ha mostrato la presenza della batteria, mentre la stessa zona sembrava essere vuota in un’immagine del 3 febbraio.

    Secondo Fox News che ha diffuso le immagini, il sistema di difesa avrebbe una portata di 200 chilometri.

    Nella disputa del Mar Cinese Meridionale sono coinvolti gli Stati Uniti e altri alleati regionali.

    Il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, non ha negato l’installazione dei missili, sostenendo che in base al diritto internazionale la Cina può farlo a scopo di difesa. 

    Intanto in California il presidente statunitense Barack Obama sta ospitando un summit dei paesi del sudest asiatico. Molti di questi stati avanzano pretese sul Mar Cinese Meridionale tra cui la Malesia, i Brunei, il Vietnam e le Filippine.

    La Cina, che ha il controllo di Woody Island dal 1974, rivendica la maggior parte dell’area, dove si pensa ci possano essere importanti giacimenti di petrolio e gas. 

    Durante il summit, Barack Obama ha detto che la libertà di navigazione e il commercio non possono essere ostacolati. “Gli Stati Uniti continueranno a sorvolare e navigare ovunque il diritto internazionale lo consenta, e sosterremo il diritto di altri paesi a fare altrettanto”. 

    Il premier vietnamita, Nguyen Tan Dung, spaventato all’idea che Pechino possa abbattere i suoi aerei, ha chiesto a Washington di giocare un ruolo chiave nella smilitarizzazione del Mar Cinese Meridionale e di “fare la voce forte” per fermare le mire espansionistiche militari della Cina. 

    Credit: The Guardian

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