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    L’Intervista di Chico Forti a Le Iene: “Mi hanno messo le catene, ma non mi hanno cambiato”

    L'Italiano condannato al carcere a vita negli Usa si è raccontato al popolare programma televisivo

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 23 Dic. 2019 alle 13:07 Aggiornato il 23 Dic. 2019 alle 14:36

    L’intervista a Le Iene di Chico Forti, l’italiano condannato negli Usa

    Nella serata di domenica 22 dicembre, la trasmissione Le Iene ha proposto un’intervista esclusiva a Chico Forti, l’italiano condannato negli Usa per omicidio e il cui caso ha sollevato parecchi dubbi nell’opinione pubblica italiana.

    Sono state proprio Le Iene a riaccendere i riflettori sulla vicenda Forti (qui il riassunto completo del caso), arrestato nel 1998 per l’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel.

    La storia di Chico Forti, l’italiano condannato negli Stati Uniti per omicidio

    Forti, che nel 2000 è stato ritenuto da una giuria colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio” e condannato al carcere a vita, si è sempre dichiarato innocente.

    Nella lunga intervista (qui il link) esclusiva realizzata da Gaston Zama, Forti ha raccontato la sua vita all’interno del carcere di massima sicurezza di Miami.

    “Cerco di vivere una vita che per questo ambiente sia normale. Lavoro, lavoro moltissimo. Mi sveglio tutti i giorni alle 4 di mattina e vado avanti fino alle 7 di sera. Faccio un po’ di tutto, insegno alla gente che non ha mai viaggiato, aiuto a tradurre, con il programma di educazione fisica. Faccio di tutto, perché più mi impegno meno tempo ho per pensare e per intristirmi” dichiara Forti a Le Iene.

    Vivere all’interno di un carcere pensando di essere innocente non è facile: “Non ci si abitua, ci si adatta. Questa fase non la reputo parte della mia vita, una stasi, una sospensione temporanea di quella che è la mia vita reale. Mi hanno messo le catene, mi hanno messo le recinzioni intorno ma non mi hanno cambiato. Se non ti svegli pensando che c’è qualcosa di positivo, non riesci a sopravvivere”.

    Nonostante le “catene” come le chiama lui, Chico Forti non è mai stato solo. Diversi amici e parenti, infatti, lo hanno sostenuto e lo sostengono ancora per aiutarlo a dimostrare la sua innocenza.

    “Nell’incubo di questa situazione una cosa che ho scoperto, e che non auguro a nessuno di dover scoprire in questa situazione, è la solidarietà e l’amicizia non solo di chi mi conosceva prima ma anche di chi si è dedicato anima e corpo a me dopo” dichiara Forti.

    Chico Forti ha parlato anche dei suoi tre figli, i quali, quando è entrato in carcere avevano 5, 3 e 1 anno. “I miei figli quando posso li sento. Il rapporto con loro è d’amore, ma parlare con loro crea tristezza e dolore da entrambe le parti”.

    L’Italiano non si è mai dichiarato colpevole e mai lo farà: “È per la gente che crede in me, per quelli che credono nella mia innocenza. Se mi dichiaro colpevole è il momento in cui perdo questa battaglia”.

    “In questi venti anni non mi sono mai sentito abbandonato dalla gente, dai vertici dello Stato a volte sì. Sembro diventato trasparente per chi poteva riportarmi a casa. Non sto chiedendo la carità o un favore, sto chiedendo che venga fatta giustizia”.

    Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro ha annunciato che il governo chiederà la grazia per Chico Forti, una “possibilità a cui credo moltissimo” ha dichiarato Forti nel corso dell’intervista a Le Iene.

    Chico Forti, poi, si è appellato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Dedica un po’ di tempo ad analizzare i fatti e a studiare il mio caso. Se sai che hai la possibilità di correggere uno sbaglio, lo lasci alla tua coscienza quale sia la decisione da prendere”.

    “Io credo ancora nella giustizia” afferma Forti, che rivela cosa farebbe se uscisse dal carcere: “Corro col mezzo più veloce ad abbracciare mia madre, la mia roccia”.

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