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    Chi sono gli houthi

    Chi sono i ribelli sciiti che contendono il controllo dello Yemen al governo internazionalmente riconosciuto del presidente Hadi? E come è nata la guerra civile in corso?

    Di TPI
    Pubblicato il 13 Ago. 2016 alle 09:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:40

    Chi sono gli houthi?

    Gli houthi sono un gruppo armato di religione musulmana sciita, nello specifico legato alla sua variante dello Zaydismo, ovvero quella che fa riferimento a Zayd ibn’ Ali ibn al-Husayn, figlio del quarto imam sciita.

    Questo gruppo è nato nel 1992 con il nome di al-Shabab al Mumin, Gioventù credente, per iniziativa di Muhammad al-Houthi, il suo primo comandante da cui il gruppo prende il nome con il quale è attualmente conosciuto. Il luogo in cui il movimento nacque fu il governatorato di Sa’da, nel nord dello Yemen, abitato da una maggioranza di sciiti.

    In Yemen la quasi totalità degli abitanti è di religione musulmana, ma tra questi il 56 per cento sono sunniti e il 44 per cento sciiti. Una divisione che negli ultimi anni si è fatta sempre più netta e ha contribuito al consolidamento del ruolo degli houthi.

    Il movimento houthi iniziò il proprio radicamento nelle scuole durante gli anni Novanta, organizzando campi estivi frequentati da decine di migliaia di persone.

    Nel 2003 gli Stati Uniti dettero inizio all’invasione dell’Iraq, e gli houthi scandirono durante la preghiera del venerdì una serie di slogan contro l’America e Israele che crearono le basi di uno scontro con il governo filostatunitense del paese.

    Gli houthi, infatti, avevano già nel mirino della loro azione politica il governo, non solo in quanto filoamericano, ma in quanto ritenuto corrotto e responsabile della marginalizzazione degli sciiti e degli zayditi nelle aree dello Yemen settentrionale. L’episodio degli slogan antiamericani, dunque, portò alla radicalizzazione dello scontro tra houthi e governo.

    Nel 2004 il governo fece arrestare 800 persone legate agli houthi e l’allora presidente yemenita Ali Abdallah Saleh – membro di un clan zaydita – invitò al-Houthi a incontrarlo presso la capitale Sana’a, ma il leader del gruppo rifiutò. Nel settembre 2004, quindi, il presidente ordinò l’arresto del leader houthi, il quale in risposta invitò i cittadini al’insurrezione.

    Oggi le milizie legate all’ex presidente Saleh, spodestato nel 2012 in seguito alla primavera yemenita e sostituito da quello che era stato il suo vicepresidente Hadi, combattono al fianco dei ribelli houthi.

    Dieci anni dopo, nell’agosto del 2014, gli houthi incitarono i cittadini yemeniti a scendere in strada per protestare contro il taglio dei sussidi sul carburante. Il 21 settembre, i ribelli sciiti presero il controllo della capitale Sana’a, senza quasi incontrare alcune resistenza da parte dell’esercito yemenita.

    All’inizio del 2015, Hadi fu costretto ad abbandonare la capitale e a rifugiarsi nella sua città natale, Aden, ed è proprio da lì che riorganizzò le forze per la controffensiva. Dopo essere volato a Riad per chiedere l’aiuto dell’Arabia Saudita, ottenne l’intervento della coalizione internazionale che sostiene le truppe filogovernative con raid aerei.

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