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    Chi sono gli ebrei antisionisti

    Il rabbino Meir Hirsch è la guida dei Neturei Karta, un gruppo di ebrei ortodossi che rifiutano di riconoscere lo Stato di Israele

    Di Marco Maisano
    Pubblicato il 31 Gen. 2013 alle 18:17 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:01

    Chi sono gli ebrei antisionisti

    Neturei Karta è un gruppo di ebrei ultra-ortodossi, residenti nel quartiere di Mea Shearim a Gerusalemme, che considerano il sionismo una distorsione della vera natura ebraica. Il rabbino Meir Hirsch, attuale leader del gruppo, da anni si oppone all’occupazione dei territori palestinesi, intrattenendo rapporti stretti con i nemici storici di Israele: Ahmadinejad, Hezbollah e Hamas.

    È già buio da un pezzo a Mea Shearim ma le strade sono affollate, e gli ultra-urtodossi sembrano indaffarati a fare compere come fosse mezzogiorno. I lampioni sono fuori uso, e ogni angolo dei muri è tappezzato da pashkvil, i manifesti che i locali utilizzano per fare comunicazioni importanti. L’interprete ne traduce qualcuno: quasi tutti inneggiano contro internet, cellulari, televisioni e vestiti occidentali. I muri delle case e delle scuole sono dipinti con numerose bandiere palestinesi.

    È facile perdersi, ma basta fare il nome del rabbino Meir Hirsch a chiunque per farsi indicare la casa dove vive con la sua famiglia. Una volta arrivati la prima cosa che colpisce è un cartello appeso a un balcone, che recita: ‘Zionism holocaust of the jewish nation. Jews are not zionist’. Ad aprirci la porta è la moglie, ma dopo solo qualche minuto ci raggiunge Meir Hirsch: abito nero, cappello nero, giacca nera, lunga barba bianca e una spilla palestinese sul petto.

    Domanda: Cos’è Neturei Karta?

    Hirsch: Neturei Karta è stato fondato dopo l’assassinio da parte dei sionisti di Jacob Israel de Haan. Il nome trae origine dall’aramaico, traducibile in ebraico come ‘I Guardiani della Citta’. Noi siamo però guardiani disarmati e vogliamo difendere la città dalla penetrazione laica sionista.

    D: Che differenza c’è tra voi e gli Haredim, sono anche loro ultraortodossi e antisionisti?

    H: Il pubblico degli Haredim è integralmente antisionista; l’esempio lampante è che la maggior parte di loro rifiutano di prestare servizio militare. Purtroppo un’ala del movimento ha deciso di voler essere rappresentata in Parlamento fondando la ‘Yahadut HaTorah HaMeukhedet’, United Torah Judaism. Noi ovviamente rifiutiamo qualunque tipo di rappresentanza politica, anche quella Haredim.

    D: Voi quindi non votate?

    H: Consideriamo un’eresia votare, perché sarebbe legittimare uno Stato che per noi non esiste.

    D: Lei non considera antisionisti i gruppi Haredim eletti in Parlamento?

    H: Loro si considerano antisionisti pur stando all’interno della Knesset. Questa è una contraddizione razionale. Non si può stare in Parlamento proclamando un’ideologia antisionista e contemporaneamente ricevere finanziamenti e benefici dallo Stato che loro dicono di volere abbattere.

    D: Cos’e’ il sionismo per Neturei Karta?

    H: Il sionismo per noi è la continuazione della Haskalah, ovvero l’illuminismo ebraico, che ha portato l’ebraismo a essere osservato solo nella vita privata e mai in quella pubblica. Theodor Herzl, considerato il fondatore del sionismo, è figlio della Haskalah. Nei suoi diari racconta che il sentimento sionista è nato in lui dopo uno scontro avuto con un passante nelle vie di Parigi, che l’ha offeso con pesanti parole antisemite. Herzl rimase molto colpito dell’evento e pensò che l’unica soluzione per gli ebrei fosse la creazione di uno Stato sotto la bandiera dell’Haskalah. Il sionismo però ha portato un intero popolo ad abbracciare la miscredenza, staccandolo dalla sua vera natura ebraica.

    D: La vostra ideologia antisionista trova fondamenti oltre che nella teologia anche nei diritti dell’uomo?

    H: Non è di nostra competenza intrometterci in questioni strettamente politiche. Le nostre convinzioni sono di natura squisitamente religiosa. Ovviamente critichiamo qualunque forma di prevaricazione dei sionisti nei confronti del popolo palestinese, unici veri proprietari di questa terra.

    D: Ma questa non è la terra promessa ad Abramo 4 mila anni fa?

    H: Si, ci era stata promessa, ma a causa dei nostri peccati siamo stati allontanati.

    D: Quindi che le diaspore sono una punizione divina?

    H: Si.

    D: Per tornare alla questione palestinese, lei non trova che considerare il sionismo una deviazione religiosa e non politica vi porterà a essere stati antisionisti solo a tempo determinato? Dopotutto l’avvento del Messia vi ridarà possesso di questa terra.

    H: Nel Talmud, il trattato Ketubot 111a riporta i tre principi in base al quale il popolo di Israele è stato disperso nelle diaspore. Secondo questi principi non si può fare ritorno in massa in Terra Santa, né ribellarsi alla diaspora, né affrettare attraverso la preghiera l’avvento messianico.

    D: Insisto, quando arriverà il Messia dove andranno i palestinesi?

    H: Tutti i popoli assisteranno all’avvento messianico fianco a fianco.

    D: Voi non fate la leva militare, questa non la considerate una comoda concessione che lo Stato vi dà?

    H: In principio lo Stato avrebbe voluto arruolare tutti, ma presto si è reso conto che sarebbe stato impossibile. Da ragazzo fui addirittura arrestato di notte per non essermi presentato alla chiamata. Fu un tentativo di destabilizzare l’opera di mio padre che allora svolgeva il ruolo di ministro degli Affari Ebraici nella coalizione di Arafat. Della mia cartella infatti si occupò direttamente Moshe Levi. Fui rilasciato perchè allora avevo nazionalità statunitense, la stessa di mio padre.

    D: Pagate le tasse?

    H: Siamo costretti giuridicamente. Non facciamo però nessun tipo di attività per essere considerati cittadini attivi.

    D: Lei va a pregare al Muro Occidentale?

    H: No, è terra occupata così come lo è tutta Gerusalemme Est. Alcuni Haredim si recano in preghiera al Muro perché evidentemente non colgono l’enorme contraddizione.

    D: Qual è la soluzione al conflitto israelo-palestinese?

    H: Noi consideriamo la proposta di due Stati per due popoli una follia. Questa è la terra che appartiene di diritto al popolo palestinese.

    D: Voi intrattenete rapporti con Hezbollah, Abu Mazen e Ahmadinejad. Cosa ne pensa Israele di questa strana amicizia?

    H: Lo Stato ci considera traditori, ma è costretto a mantenere una parvenza di democrazia e di credibilità all’estero, e non ci impedisce di essere amici delle persone che lei ha nominato.

    D: Un ultima domanda, lei lo usa il cellulare?

    H: Il cellulare si, ma internet e tv no. Per comunicare tra di noi utilizziamo solo i pashkvil.

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