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    La città che brucia da oltre 50 anni

    Nel 1962 un incendio colpì il sottosuolo ricco di antracite di Centralia, in Pennsylvania. Da quel giorno le fiamme non si sono mai spente

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 26 Set. 2017 alle 18:02 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:36

    All’inizio degli anni Sessanta Centralia, una cittadina situata nel cuore della Pennsylvania, aveva circa 1.400 abitanti, molti dei quali impiegati presso le diverse miniere di carbone attive nella zona, un’area dal sottosuolo particolarmente ricco di antracite. Si tratta di una cittadina come tante negli Stati Uniti: una grande strada che la attraversa – Centre Street -, una serie di semplici case di massimo due piani.

    Come molte cittadine che vivono di industria, nel 1929 la crisi aveva piegato Centralia, portando alla chiusura di cinque miniere e a un calo della popolazione che iniziò a lasciare la zona. Ma questa non era la cosa peggiore che sarebbe capitata a Centralia.

    Correva l’anno 1962, quando una delle miniere di antracite presenti nei dintorni della cittadina iniziò a prendere fuoco. Non fu chiaro da subito quale fosse la ragione dell’incendio, forse perché erano stati bruciati dei rifiuti di una vicina discarica per tenere pulita la città in vista del Memorial Day – il giorno in cui si ricordano i caduti negli Stati Uniti -, ma questo poco importa, perché quell’incendio raggiunse l’antracite situata nel sottosuolo di Centralia.

    Questo particolare minerale da cui si ricava il carbone non solo è particolarmente incendiario, ma quando prende fuoco spegnarlo diventa molto difficile. Al punto che quell’incendio iniziato nel 1962 è ancora in corso.

    Le fiamme, infatti, partite da una miniera a cielo aperto, entrarono nei cunicoli e raggiunsero l’antracite situata nel sottosuolo della città. Le fiamme, nell’area sotterranea, rimasero accese grazie ai numerosi cunicoli presenti per cercare il minerale che permisero di far entrare l’ossigeno necessario per tenere in vita il fuoco.

    Nell’immediato, dal momento che l’incendio non era facilmente percepibile dalle strade della cittadina, gli abitanti di Centralia proseguirono la loro vita normalmente, finché nel 1981 non avvenne qualcosa di insolito: un ragazzo di 12 anni sprofondò in una buca che si aprì improvvisamente in un giardino, e fu salvato in extremis mentre aggrappato a un albero cercava di non soffocare dal fumo che proveniva dal sottosuolo.

    Sfiorata la tragedia, i cittadini si accorsero che l’incendio che continuava da 20 anni ad ardere stava pian piano distruggendo il terreno e minando le fondamenta delle loro abitazioni: fu così che iniziò una vera fuga da Centralia, dove rimasero appena poche decine di persone.

    L’incendio che continua a bruciare e la mancanza di manutenzione (dovuta anche alla fuga dei cittadini) portò molte strade a sfaldarsi, lasciando il fumo dell’incendio uscire dal sottosuolo e dando vita a scene degne di un film apocalittico.

    Oggi a Centralia abitano appena sette persone, fatto che la rende quasi una città fantasma, e gli edifici abbandonati sono stati demoliti dalla contea di Columbia, di cui Centralia fa parte. Queste sette persone continuano normalmente la loro vita, come se i fumi che escono dal terreno non esistessero.

    Questa città e la sua vicenda, però, hanno attratto molti curiosi e l’hanno resa protagonista di film e documentari, a partire da Silent Hill, il film tratto dall’omonimo videogioco.

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