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    Cambridge Analytica, Zuckerberg: “È stato un mio errore”

    L'arrivo di Mark Zuckerberg al Campidoglio. Cfedit: Afp/Win McNamee/Getty Images/AFP

    Il fondatore di Facebook atteso dalle audizioni davanti al Congresso Usa

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 10 Apr. 2018 alle 09:16 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:11

    Il fondatore e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, è atteso martedì 10 e mercoledì 11 aprile 2018 da due audizioni davanti al Congresso degli Stati Uniti, dove sarà interrogato sullo scandalo Cambridge Analytica (tutto quello che c’è da sapere).

    Alla vigilia delle audizioni, lunedì 9 aprile, Zuckerberg si è presentato al Campidoglio, a Washington, dove ha incontrato alcuni membri del Congresso. Da notare che, a dispetto del suo celebre il look informale con t-shirt, indossava un elegante abito scuro con cravatta.

    Il fondatore di Facebook ha depositato la dichiarazione scritta che pronuncerà all’inizio delle audizioni. Il Congresso ne ha reso noto il contenuto.

    “Facebook è un’azienda idealista e ottimista, ma ora è chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per impedire che questo strumento venisse utilizzato anche per fare del male”, si legge nella dichiarazione.

    “Ciò vale per notizie false, interferenze straniere nelle elezioni e discorsi di incitamento all’odio, così come per gli sviluppatori e la privacy dei dati. Non abbiamo tenuto abbastanza in considerazione la nostra responsabilità, e questo è stato un grosso errore”, ha scritto Zuckerberg, che ha poi aggiunto: “È stato un mio errore, e mi dispiace. Ho aperto Facebook, lo gestisco e sono responsabile di ciò che accade qui”.

    Nell’ambito dello scandalo Cambridge Analytica è finito sotto accusa il sistema di tutela della privacy del social network.

    Il caso è considerato una delle più vaste violazioni di dati della storia.

    Cambridge Analytica, società britannica legata a Steve Bannon, ex consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è accusata di aver violato i dati sensibili di oltre 87 milioni di profili Facebook.

    La società di analisi, che ha collaborato nelle campagne elettorali di Trump e in quella pro-Brexit, ha utilizzato i dati dei profili del social network per creare un potente software al fine di prevedere e influenzare le scelte elettorali attraverso annunci politici personalizzati.

    Facebook ha ammesso le proprie colpe e ha annunciato importanti cambiamenti.

    Ma nella sua dichiarazione davanti al Congresso il fondatore della piattaforma, Zuckerberg, difenderà anche il ruolo positivo del social.

    “Con la crescita di Facebook, le persone di tutto il mondo hanno ottenuto un nuovo potente strumento per rimanere in contatto con le persone che amano, far sentire la propria voce e costruire comunità e imprese”, si legge nel testo.

    “Proprio di recente, abbiamo visto il movimento #MeToo, dopo l’uragano Harvey, la gente ha raccolto più di 20 milioni di dollari di aiuti. E oltre 70 milioni di piccole imprese ora usano Facebook per crescere e creare posti di lavoro”, ha aggiunto Zuckerberg.

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