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    In Cambogia la democrazia è sempre più a rischio

    La situazione è precipitata dopo il buon risultato ottenuto alle elezioni comunali dal partito d'opposizione, il cui leader è stato arrestato il mese scorso con l'accusa di alto tradimento

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 13 Ott. 2017 alle 13:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:19

    La settimana scorsa il ministro dell’Interno cambogiano ha chiesto alla Corte suprema di sciogliere il principale partito d’opposizione, il Cambodia National Rescue Party (CNRP), i cui dirigenti sono sospettati dell’organizzazione di un piano per far cadere il governo.

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    Il CNRP è l’unico partito d’opposizione a essere riuscito a eleggere rappresentanti in parlamento dopo il voto del 2013, in cui ottenne il 46 per cento delle preferenze contro il 51 per cento del partito di maggioranza, il Partito Popolare Cambogiano (CPP)

    In un’intervista concessa al quotidiano britannico The Guardian, l’esponente di opposizione Mu Sochua ha definito la mossa del primo ministro Hun Sen l’ennesimo attacco alla democrazia in Cambogia, che “starebbe scivolando molto velocemente in un buco nero”.

    Sochua, che attualmente si trova a Berlino, ha sostituito alla guida del CNRP il leader Kem Sokha, arrestato lo scorso settembre con l’accusa di alto tradimento.

    La repressione sarebbe cominciata immediatamente dopo le elezioni del 2013, nelle quali il CNRP era riuscito a mettere sotto pressione il CPP.

    Il CNRP è ulteriormente cresciuto nel corso degli ultimi quattro anni fino agli ottimi risultati ottenuti nelle elezioni comunali dello scorso giugno. Questo ha portato all’intensificarsi delle azioni del governo contro l’opposizione.

    Tra le misure più drastiche adottate dall’esecutivo guidato da Hun Sen, primo ministro del paese del sud-est asiatico da più di 30 anni, ci sono la chiusura del Cambodia Daily, uno dei giornali più diffusi nel paese, e delle stazioni radiofoniche che ritrasmettevano i programmi di Radio Free Asia e Voice of America.

    Mu Sochua, per sei anni ministro nella coalizione guidata da Hun Sen prima delle dimissioni nel 2004, ha invitato la comunità internazionale a reagire alla dura campagna di repressione del CPP: “Il partito di maggioranza, per essere certo di non perdere le prossime elezioni, ha eliminato tutte le voci indipendenti. La radio è pericolosa perché riesce a raggiungere anche le aree più remote”.

    “Si è trattato di un processo molto, molto veloce. Un ottovolante contro la democrazia, che guida senza freni verso la dissoluzione del principale partito d’opposizione in Cambogia”.

    Altri esponenti dell’opposizione sono a rischio dopo l’arresto di Kem Sokha, considerato un “messaggio di avvertimento” da parte di Hun Sen. Mu Sochua potrebbe essere tra i prossimi, in base ai messaggi ricevuti dai suoi contatti all’interno dei ministeri di Difesa e Interno.

    Sono già 26 i membri del CNRP ad aver lasciato il paese, quasi la metà dei loro eletti in parlamento.

    Australia, Regno Unito, Francia e Stati Uniti hanno espresso preoccupazione nei confronti della difficile situazione politica in Cambogia ma non hanno fatto riferimento all’introduzione di possibili sanzioni.

    Secondo il parere degli esperti, Hun Sen può fare affidamento sull’appoggio della Cina sia a livello finanziario che politico.

    Il gigante asiatico ha espresso il proprio “supporto al governo cambogiano nel proteggere gli interessi nazionali e la stabilità” dopo l’arresto di Kem Sokha.

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