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    Il cambiamento climatico aiuta il reclutamento terroristico

    Un rapporto voluto dal ministero degli Esteri tedesco ha evidenziato che la riduzione delle risorse incide sulla capacità dei gruppi terroristici di raccogliere adepti

    Di TPI
    Pubblicato il 20 Apr. 2017 alle 08:42 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:51

    I cambiamenti climatici possono avvantaggiare le organizzazioni terroristiche. Lo rivela un rapporto, voluto dal ministero degli Esteri tedesco, intitolato “Ribellione, terrorismo e crimine organizzato in un mondo che si riscalda”.

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    Secondo il documento prodotto dal gruppo di esperti berlinese Adelphi, i disastri naturali e la scarsità di risorse idriche facilitano la campagna di reclutamento di Boko Haram o del sedicente Stato Islamico. Anche la loro libertà di movimento e il controllo sui cittadini è resa più semplice dai cambiamenti climatici.

    “Più scarse si fanno le risorse, più potere ottengono coloro che le controllano, soprattutto in regioni dove le persone dipendono molto dalla natura per la loro sopravvivenza”, scrive Lukas Rüttinger nel rapporto.

    I gruppi terroristici presentano prospettive di vita alternative e più agiate alle loro potenziali reclute. E se queste si trovano in condizioni di vulnerabilità economica o sociale hanno più possibilità di cedere alle loro proposte.

    “Nella Nigeria nordorientale, vicino al lago Chad, dove Boko Haram è più forte, il 71,5 per cento della popolazione vive in povertà e più della metà soffre di malnutrizione. Questo tipo di deprivazione economica offre terreno fertile al reclutamento terroristico”, si legge ancora nel rapporto.

    Le risorse idriche, molto ridotte in Siria, vengono utilizzate dall’Isis come arma di guerra. Le dighe sono state spesso i punti caldi del conflitto siriano. “Nel 2015 lo Stato islamico ha chiuso la diga di Ramadi per attaccare le forze del regime. L’acqua è diventata una fonte di finanziamento attraverso la tassazione a Raqqa o è stata usata dall’Isis per allagare i territori e costringere le persone a scappare dalle loro case”, ha spiegato ancora al quotidiano britannico The Guardian Lukas Rüttinger.

    Nel mese di marzo anche le Nazioni Unite hanno ribadito le interconnessioni esistenti tra clima e sicurezza nella regione del lago Chad sottolineando gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla stabilità della zona.

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