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    Brutale arresto negli Stati Uniti: studentessa trascinata fuori dall’auto per i capelli | VIDEO

    Le fasi del brutale arresto della ragazza
    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 24 Giu. 2018 alle 19:41 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:01

    Brutale arresto negli Stati Uniti. Samantha Luna, una studentessa 20enne della California, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook un video in cui si vede un’agente di polizia trascinarla brutalmente fuori dall’auto su cui viaggia con degli amici.

    I ragazzi una volta fermati dalla polizia (probabilmente perché uno dei giovani aveva messo la testa fuori dal tettuccio) sono stati identificati. Poco dopo però ecco lo “scatto d’ira” della polizia.

    “Non eravamo ubriachi, non stavamo facendo male a nessuno”, ha raccontato la ragazza su Facebook. La polizia prima arresta il suo amico, e poi chiede documenti e generalità a Samantha.

    Lei spiega di avere un doppio cognome perché di origine messicana, ma gli agenti non le credono. Così la situazione si fa sempre più tesa fino a quando una poliziotta la trascina per i capelli fuori dall’auto tra le urla della ragazza (che dice agli amici di riprendere tutto).

    Video che è stato poi postato sui social dove nel giro di poche ore è diventato virale. Samantha Luna è stata in seguito rilasciata ed ha annunciato l’apertura di una campagna di raccolta fondi per il pagamento delle spese legali. Nessuna sanzione invece per gli agenti. Almeno per ora. Sui social infatti c’è chi grida a gran voce che “venga fatta giustizia”.

    Non si tratta, come noto, del primo caso di eccessi da parte della polizia americana.

    A Sacramento, negli Stati Uniti, il 23 marzo 2018 centinaia di persone hanno bloccato un’autostrada per protestare contro l’uccisione di Stephan Clark, 22enne afroamericano ucciso con 20 colpi di pistola da due agenti della polizia pur essendo disarmato.

    I manifestanti si sono riuniti davanti al municipio cittadino muniti di cartelli contro la polizia e urlando slogan di protesta e hanno poi marciato fino a una vicina autostrada, bloccando il traffico all’ora di punta.

    Clark è stato ucciso il 21 marzo 2018 mentre si trovava all’interno del cortile della sua abitazione. Nelle mani teneva un iPhone, che i poliziotti hanno scambiato per una pistola.

    Un video diffuso dal Washington Post ha reso pubblico quanto accaduto. Nel filmato si vedono due ufficiali che si avvicinano a una casa gridando: “Fammi vedere le tue mani!”.

    Clark inizia a correre e i due ufficiali girano l’angolo della casa trovandolo sotto un patio coperto. Una telecamera a infrarossi su un elicottero sospeso per un attimo perde di vista Clark.

    Si sentono poi nuovamente i poliziotti gridare: “Mostrami le tue mani! Pistola!”. Clark si avvicina agli ufficiali. Dietro il muro, uno dei poliziotti impartisce un altro comando. “Fammi vedere le tue mani!”. E poi: “Pistola, pistola, pistola!” Entrambi gli ufficiali aprono il fuoco. La sequenza si svolge in circa sei secondi.

    I due poliziotti stavano rispondendo a una chiamata al numero di emergenza, che segnalava un uomo che stava rompendo i finestrini di alcune macchine. Giunti sul posto, si sono imbattuti in Clark, scambiandolo evidentemente per la persone segnalata nella chiamata.

    Gli agenti, durante la loro azione, non si identificano mai come poliziotti prima di sparare. I poliziotti pensavano che Clark avesse in mano una pistola, quando in realtà impugnava un semplice iPhone bianco.

    “Era nel posto sbagliato nel momento sbagliato, nel suo stesso cortile”, ha detto la nonna dell’uomo, Sequita Thompson, al Sacramento Bee.

    Il reverendo Al Sharpton, che ha parlato con la madre di Clark e progetta di recarsi in California per incontrare la famiglia, ha dichiarato: “È un’atrocità che un giovane disarmato sia stato ucciso nel suo cortile. È necessario intervenire contro questi comportamenti inqualificabili della polizia. Chiederemo un’indagine completa e approfondita sulla morte di questo giovane”.

    Il dipartimento di polizia di Sacramento ha detto che l’uomo che credevano stesse rompendo i finestrini delle automobili era lo stesso che gli agenti hanno ucciso.

    A supporto di questa tesi, hanno affermato che l’uomo era stato descritto al telefono come alto più di un metro e ottanta.

    La nonna di Clark ha contestato però questa versione dei fatti, affermando che il nipote era di bassa statura.

    Un’analisi del Washington Post ha rilevato che 987 persone sono state uccise dalla polizia l’anno scorso; 68 di queste erano disarmate. Tra queste vittime, 30 erano bianche, 20 nere e 13 ispaniche. Il dato evidenzia una sproporzione rispetto al numero di afroamericani sul totale della popolazione americana.

    Il sindaco di Sacramento, Darrell Steinberg, ha fatto le sue condoglianze alla famiglia di Clark e ha dichiarato idi essere “straziato” per la città.

    “Basandomi solo sui video – ha però aggiunto Steinberg – non riesco a determinare le responsabilità dei poliziotti, e non spetta a me farlo”.

    La polizia ha affermato che sono passati cinque minuti prima che gli ufficiali prestassero il primo soccorso, il che alla fine si è rivelato inutile: l’uomo è infatti morto sul colpo.

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