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    Brexit, il parlamento britannico ha votato una legge che impedisce il No deal

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 4 Apr. 2019 alle 08:16 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:57

    La Camera dei Comuni ha approvato una legge che impedisce che il Regno Unito possa uscire dal Regno Unito senza un accordo (No deal). La legge, vincolante e non indicativa, obbliga la premier May a chiedere un’ulteriore proroga all’Unione europea nel caso in cui non venisse raggiunto un accordo entro il 1o aprile, data del vertice straordinario dell’Ue.

    A votare a favore della legge, passata per un solo voto di scarto, hanno votato deputati di tutti gli schieramenti.

    Il testo passa ora alla Camera dei Lord, che secondo le previsioni dovrebbero confermare la legge.

    Si tratta di una misura per scongiurare il temuto scenario del No deal, che non poche conseguenze avrebbe sull’economia britannica.

    L’Unione europea ha già fatto sapere che accetterà l’ulteriore proroga solo nel caso in cui il rinvio sia più lungo, almeno di 9 mesi. E in questo frangente il Regno Unito, oltre a dover votare alle elezioni europee, dovrà impegnarsi in elezioni anticipate o in un secondo referendum sulla Brexit.

    Lo scenario del No deal, l’hard Brexit voluta dai più intransigenti, sembra al momento scongiurato.

    Il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney proprio ieri, 3 aprile 2019, aveva messo in guardia dalle conseguenze incontrollabili del No deal, che nella giornata di ieri sembrava più plausibile che mai. Poi, nella serata è arrivata la nuova legge vincolante, che ha cambiato radicalmente lo scenario e i rapporti di forza.

    La premier ha incontrato il leader laburista Jeremy Corbyn, per trovare un accordo che permetta al Regno Unito di uscire indenne, o quasi, da questa situazione di stallo e crisi senza precedenti, per lo meno recenti.

    L’obiettivo a cui si punta in queste ore è un accordo sull’unione doganale e un allineamento al mercato unico. Ma è ancora tutto molto vago, senza contare che qualunque accordo trovato in patria, dovrà avere poi l’approvazione della Ue.

    Intanto l’esecutivo perde ancora pezzi: altri due sottosegretari del governo, Chris Heaton-Harris del ministero della Brexit e Nigel Adams per il dicastero del Galles si sono dimessi.

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