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    C’è un modo per ritardare la Brexit e impedire l’uscita senza accordo del Regno Unito dall’Ue

    Credit: Alberto Pezzali/NurPhoto/ Afp
    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 29 Gen. 2019 alle 14:04 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:02

    Nel Regno Unito si attende con il fiato sospeso il prossimo passaggio parlamentare della Brexit, previsto per il prossimo 29 gennaio. L’ipotesi di un rinvio è sempre più plausibile. E la data del 29 marzo come uscita definitiva, accordo o non accordo, del Regno Unito dall’Unione europea, sembra sempre meno tassativa.

    I mercati stanno reagendo bene all’eventualità di un rinvio, e la sterlina è in rialzo. Il 29 gennaio è un giorno cruciale per le sorti della Brexit. Il parlamento britannico voterà un emendamento presentato dalla deputata laburista Yvette Cooper, che vuole impedire l’uscita del Regno Unito dall’Ue senza accordo (qui abbiamo spiegato in cosa consiste lo scenario del No deal).

    Sono in molti a temere questo scenario, visto come come catastrofico.

    Se l’emendamento Cooper otterrà la maggioranza dei voti, il 5 febbraio dovrà essere varata una legge che dà al governo tre settimane per trovare un accordo, in caso contrario la Brexit si rimanda di 9 mesi, a fine 2019, o a data da destinarsi. Il parlamento dovrebbe quindi votare per rimandare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona. “L’emendamento non revoca l’articolo 50, ma ci evita solo di schiantarci senza alcun accordo in essere alla fine di marzo”, ha scritto Yvette Cooper sul quotidiano britannico The Guardian.

    Il partito laburista voterà compatto a favore dell’emendamento, e ci si aspetta il voto favorevole anche di quei deputati del partito conservatore filo-europei. L’emendamento ha buone possibilità di essere votato.

    La May non ha ancora presentato un piano B, che comunque non sarà votato prima di metà febbraio, perché spera ancora di convincere il parlamento, e i suoi stessi compagni di partito, ad accettare il piano – con qualche modifica – che era già stato bocciato il 15 gennaio. La May punta tutto sullo “spauracchio” del No deal: meglio votare il suo piano anche se non soddisfacente, piuttosto che uscire senza accordo.

    Rimandare la Brexit però significherebbe andare oltre la data delle elezioni europee, ponendo l’intera Europa davanti a un grande punto interrogativo: il Regno Unito dovrebbe o no partecipare alle elezioni per il parlamento europeo del 23-26 maggio 2019?

    Il 29 gennaio, come ha annunciato la ministra britannica per i Rapporti con il Parlamento, Andrea Leadsom, il parlamento discuterà e voterà la mozione presentata dalla premier, Theresa May, sui prossimi passi del governo nel percorso di uscita dall’Ue.

    Se l’emendamento dovesse passare, la strada sarebbe comunque in salita, e sarebbe necessario il voto degli altri 27 membri per consentire l’estensione del periodo dei negoziati.

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