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    Bosnia: confermato l’ergastolo a Mladic, il “boia di Srebrenica”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 8 Giu. 2021 alle 17:39 Aggiornato il 8 Giu. 2021 alle 21:35

    Il tribunale dell’Aja ha respinto il ricorso dell’ex generale serbo-bosniaco Ratko Mladic contro la sua condanna per genocidio e crimini contro l’umanità, che viene così confermata diventando definitiva. All’udienza d’appello all’Aja lo scorso agosto, i pubblici ministeri avevano sollecitato la sua condanna per un’ulteriore accusa di genocidio riguardante cinque comuni della Bosnia-Erzegovina nel 1992.

    Il procuratore del Tribunale, Serge Brammertz, alla vigilia della sentenza si era detto “cautamente ottimista”: “Non posso immaginare un altro risultato a parte la conferma” del verdetto, aveva dichiarato. Dal canto suo, la presidente della the Helsinki Committee for Human Rights in Serbia, Sonja Biserko, aveva fatto sapere di non aspettarsi “cambiamenti significativi”, ritenendo che ci fossero “poche possibilità” che i giudici riconoscessero le nuove accuse di genocidio risalenti al 1992.

    Il 22 novembre 2017 Mladic era stato condannato all’ergastolo: fra i capi d’accusa anche la responsabilità del massacro di Srebrenica del 1995, il peggiore in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale, quando dall’11 al 14 luglio del 1995 oltre 8.300 uomini e ragazzi bosniaci – in gran parte musulmani – residenti nella cittadina della Bosnia Erzegovina furono sterminati dall’esercito serbo-bosniaco. Le donne e i bambini furono risparmiati ma furono costretti a fuggire.

    Per non lasciare traccia della carneficina, i corpi delle vittime furono smembrati e i resti furono sotterrati in diversi punti lontano dal luogo del massacro: quelli di centinaia di uomini non sono ancora stati trovati. Intanto nella guerra in Ex-Yugoslavia tra il 1992 e il ’95 circa 100mila persero la vita e altri 2,2 milioni furono costrette a lasciare le loro case.

    “È il minimo di giustizia che ci si può attendere per le vittime”, ha affermato la co-fondatrice del gruppo Women in Black, Stasa Zajovic, commentando il verdetto. Zajovis ha detto che la Serbia deve “smettere di negare, falsificare, minimizzare e relativizzare i pronunciamenti delle corti internazionali”.

    Soprannominato il ‘macellaio di Bosnia‘, Mladic ha ancora un seguito tra i serbi: come ha riportato Balkan Insight, ieri sera un’organizzazione serbo-bosniaca ha proiettato nella piazza centrale di Bratunac, a 10 km da Srebrenica, un film celebrativo di 40 minuti sulla sua vita, dall’infanzia alla carriera militare, fino al sodalizio con Radovan Karadzic, anche lui condannato per genocidio, anche se in pochissimi hanno presenziato all’evento.

    Secondo uno degli avvocati di Mladic, Branko Lukic, la difesa aveva “provato in maniera inequivocabile” che l’ex comandante militare non aveva “nulla a che fare” con il genocidio, sostenendo che le vittime di Srebrenica sono state uccise in scontri, non è stato un massacro. “Se i giudici si basano sui fatti, abbiamo vinto, se si baseranno su propaganda e luoghi comuni, non avremo possibilità”, aveva dichiarato Lukic.

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