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    Boris Johnson non correrà come prossimo primo ministro: strada spianata per Rishi Sunak

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 24 Ott. 2022 alle 10:58

    Dopo aver lasciato la guida del governo poco più di due mesi fa come conseguenza dello scandalo Partygate che lo aveva investito, Boris Johnson ha smentito una sua possibile candidatura a successore di Liz Truss come leader della maggioranza conservatrice e nuovo primo ministro del Regno Unito: nessun ripensamento tra i Tory, nonostante l’ex inquilino del numero 10 di Downing Street abbia ricevuto più dei 100 endorsement di deputati necessari a candidarsi. Una decisione che spiana la strada al suo ex cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak. Proprio un mancato accordo con lui e con l’altra pretendente alla leadership, Penny Mordaunt, lo ha fatto riflettere sulla necessità di fare un passo indietro.

    La sua figura resta uno dei motivi per il quale il partito conservatore è tutt’ora molto diviso: ai tempi delle sue dimissioni ci si divise tra chi gli chiedeva di farsi da parte alla luce dello scandalo che lo vedeva coinvolto in festeggiamenti nei palazzi del potere con diverse persone mentre erano in vigore le leggi da lui stesso emanate che proibivano gli assembramenti, e chi lo difendeva. “Negli ultimi giorni sono tristemente arrivato alla conclusione che la mia partecipazione alla gara interna al partito conservatore – ha fatto sapere Johnson in una nota – non sarebbe la cosa giusta da fare, semplicemente perché non si può governare efficacemente senza il partito unito in Parlamento”. Rishi Sunak ha il sostegno di 150 deputati, con candidature provenienti da tutte le ali del partito. La sfidante Penny Mordaunt, segretaria di Stato per gli affari parlamentari, sarebbe invece ferma a circa 27, ma punta ad ingraziarsi quelli che si erano schierati con l’ex premier per infastidire il rivale al ballottaggio.

    La scorsa estate Sunak aveva corso per succedere proprio a Boris Johnson, ma è stato sconfitto da Liz Truss, dimessasi dopo poco più di 45 giorni per il disastro sulla manovra finanziaria che ha fatto perdere credibilità al suo esecutivo e valore alla sterlina. “Il Regno Unito è un grande Paese – ha twittato l’ex cancelliere dello scacchiere, che ora vede il traguardo – ma stiamo affrontando una profonda crisi economica. Ecco perché voglio essere il leader del partito conservatore e il prossimo primo ministro. Voglio aggiustare la nostra economia, unire il nostro partito e portare in alto il nostro Paese”.

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