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    Biden: “Pronto a parlare con Putin”. La risposta del Cremlino: “Prima gli Stati Uniti riconoscano come russe le regioni annesse”. E Macron lancia una conferenza per la pace a Parigi

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 2 Dic. 2022 alle 08:42 Aggiornato il 2 Dic. 2022 alle 11:57

    Biden: “Pronto a parlare con Putin”. E Macron lancia una conferenza per la pace

    Biden si è detto disposto ad incontrare Putin, se “mostra segnali di volere cessare la guerra” e Macron organizza una conferenza per l’assistenza dell’Ucraina a Parigi il 13 dicembre, che potrebbe anche diventare il luogo dove aprire il dialogo, se le parti si convincessero a farlo. La mano tesa alla Russia arriva dal vertice di ieri, 1 dicembre, alla Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti e quello francese.

    Dopo un’intensa mattinata di conversazione, i due leader hanno pubblicato un comunicato e tenuto una conferenza stampa che hanno fatto più passi avanti di quanto ci si aspettasse. Alla domanda se sia disposto ad incontrare il rivale del Cremlino, Biden ha risposto così: “Sono pronto a parlare con Putin, se mostra segnali di volere cessare la guerra. Ma finora non lo ha fatto”. Non è una posizione molto diversa da quella che Washington ha tenuto fin dal principio, perché gli americani hanno cercato il negoziato anche prima dell’invasione, ma Mosca lo ha rifiutato perché pensava di travolgere facilmente Zelensky. Ora però con i soldati russi in ritirata le carte in tavola sono cambiate.

    Macron ha confermato la determinazione a continuare il sostegno per Zelensky, ribadendo che la pace si potrà fare solo se e quando l’Ucraina vorrà, alle sue condizioni, perché è il paese aggredito. Nello stesso tempo però ospiterà una conferenza a Parigi il 13 dicembre, che è stata pensata per favorire la resilienza ucraina, ossia gli aiuti materiali necessari a sopravvivere all’inverno, a partire dall’elettricità. Non è escluso però che possa cambiare formato, diventando lo strumento per avviare il dialogo, se Putin si convincesse a perseguirlo.

    Con quale esponente americano la Russia sarebbe disposta a negoziare? La risposta sarebbe John Kerry, un politico che ha già dato prova di essere capace di “un dialogo rispettoso”. A dirlo è il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, che con Kerry ha avuto una lunga frequentazione ai tempi in cui era segretario di Stato, e Russia e Usa erano contrapposti in un’altra guerra, quella in Siria.

    La risposta del Cremlino

    Il Cremlino ha dichiarato che il presidente Vladimir Putin è aperto ai negoziati per garantire gli interessi della Russia, ma che trovare una base reciproca per i colloqui è difficile poiché gli Stati Uniti non riconoscono i “nuovi territori” in Ucraina che Mosca rivendica come propri.

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