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    Gli Stati Uniti verso il divieto quasi totale del commercio di avorio

    La misura è stata studiata per contrastare attività illegali quali il bracconaggio ed entrerà in vigore il prossimo 6 luglio

    Di TPI
    Pubblicato il 4 Giu. 2016 alle 08:40 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:58

    Giovedì 2 giugno le autorità degli Stati Uniti hanno annunciato il divieto quasi totale del commercio di avorio di elefante africano, portando a termine così una battaglia che dura da anni per proteggere questi animali in via di estinzione.

    “L’audace azione di oggi è un impegno degli Stati Uniti a porre fine alla piaga del bracconaggio degli elefanti e al tragico impatto che sta avendo su tutte le popolazioni selvatiche”, ha dichiarato il segretario agli Interni americano, Sally Jewell.

    Barack Obama è sceso così in campo per la difesa degli elefanti africani. La misura è stata studiata per contrastare ogni attività illegale connessa al commercio di avorio, ed entrerà in vigore il prossimo 6 luglio. Essa imporrà delle forti limitazioni all’importazione verso gli Stati Uniti di prodotti realizzati con l’avorio. 

    Si arricchisce così il quadro normativo già formulato nel 2013, che contrastava il traffico illegale di fauna selvatica. Tuttavia, sla norma precedente si limitava a prevenire l’importazione di avorio, la nuova misura vieta quasi del tutto la vendita di avorio, compresi gli oggetti lavorati con questo materiale, fatta eccezione per quei manufatti che contengono una quantità relativamente piccola d’avorio. 

    Il provvedimento intende così contrastare le diffuse attività di bracconaggio ai danni delle specie di elefanti africani. Oggi nell’Africa subsahariana vivono meno di 500mila esemplari di elefanti e gli esperti stimano che i bracconieri negli ultimi anni abbiano ucciso ben 50mila esemplari. 

    Nonostante gli Stati Uniti siano il secondo mercato dell’avorio dopo la Cina, la limitazione decisa dall’amministrazione Obama secondo gli ambientalisti potrebbe incoraggiare in futuro altre nazioni a intraprendere azioni simili. 

    “Il fatto che gli Stati Uniti stiano prendendo una posizione morale rispetto a questo problema è senza dubbio un messaggio molto potente a livello mondiale”, ha dichiarato il vice presidente di Wildlife Conservation Society, un’associazione statunitense per la salvaguardia e la tutela della vita naturale.  

    La speranza è che questa misura restrittiva possa affossare il commercio illegale di avorio negli Stati Uniti, perché una volta entrato nel paese, è difficile stabilire se l’avorio sia di provenienza legale o meno. Questo di fatto alimenta il proliferare del fenomeno del bracconaggio. 

    Nell’ambito del provvedimento non rientrano oggetti rcome gli strumenti musicali utilizzati nelle orchestre, i mobili e le armi da fuoco che contengono meno di 200 grammi di avorio.

    Anche i negozi di antiquariato in possesso di oggetti che hanno almeno un secolo di vita sono esenti a patto che i proprietari dimostrino l’età del manufatto attraverso una valutazione professionale o che siano forniti di documenti che ne attestino la provenienza. 

    Tuttavia, le grandi case d’asta come Sotheby hanno già preso da mesi le distanze rifiutandosi di vendere o battere all’asta oggetti contenenti avorio. 

    Secondo una classifica stilata dal Washington Post, fino a poco tempo fa i più grandi mercati nazionali per il commercio di avorio erano principalmente il New Jersey, lo stato di New York, la California e le Hawaii. Solo di recente, gli ultimi tre stati americani hanno varato delle leggi che vietano il commercio di avorio. 

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