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    Usa, un bambino di nove anni ha ucciso la sorella sparandole dopo una lite per un videogioco

    Getty

    Il colpo fatale è stato inflitto con una pistola trovata nella loro casa nel nord del Mississippi, mentre la madre era in casa e stava preparando la cena per gli altri figli

    Di Noemi Valentini
    Pubblicato il 19 Mar. 2018 alle 11:37 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:19

    Sabato 17 marzo 2018 un bambino statunitense di nove anni ha ucciso la sorella tredicenne con un colpo di pistola, sparando in seguito ad una lite, secondo quanto riportato dalla polizia locale.

    La sorella, secondo le prime ricostruzioni, non voleva lasciargli il controller che stava utilizzando per giocare ad un videogioco, e il fratellino ha reagito facendo fuoco con l’arma, trovata nella loro casa nel nord del Mississippi.

    Il proiettile l’ha colpita alla nuca, attraversandole il cervello. La ragazza è stata portata d’urgenza al “Le Bonheur’s Children’s Hospital” di Memphis, in Tennessee, dove è morta il giorno successivo.

    Non è ancora chiaro alle autorità come il bambino sia entrato in possesso della pistola, dal momento che in casa era presente anche la madre, che in quel momento si trovava in un’altra stanza e stava servendo il pranzo agli altri figli.

    “Ha solo nove anni” ha dichiarato Cecil Cantrell, capo della polizia della Contea di Monroe, in Mississippi, al giornale locale Clarion Ledger.

    “Immagino che l’abbia visto sui videogiochi o in tv. Non so se sapesse esattamente cos’avrebbe provocato. Quello che so è che è una tragedia”.

    Una tragedia, però, che ha poco a che fare con la presunta influenza negativa dei videogiochi sui bambini e tanto invece con le normative americane sul possesso di armi, il cui facile accesso continua a costare la vita a decine di bambini e ragazzi ogni anno.

    L’accesso e il possesso alle “armi facili” da parte dei civili, infatti, è un diritto tutelato dalla Costituzione statunitense.

    Il secondo emendamento recita: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”.

    Dopo affermazioni contrastanti in seguito alla strage del 14 febbraio 2018 in una scuola di Parkland, in Florida, il presidente americano Donald Trump ha dichiarato di non essere intenzionato a cambiare le norme.

    L’11 marzo 2018 la Casa Bianca ha anzi affermato che il governo degli Stati Uniti attingerà ai fondi del Dipartimento di giustizia per formare il personale scolastico nell’utilizzo delle armi da fuoco per prevenire la violenza nelle scuole, scegliendo di contrastare il fenomeno della violenza armata con una diffusione delle armi ancora maggiore.

    Per tentare di prevenire altri incidenti simili, l’organizzazione Brady Campaign to Prevent Gun Violence raccomanda a chi possegga armi di tenerle continuamente con la sicura, senza proiettili e in una stanza diversa da quella in cui vengono conservate le munizioni.

    Il movimento consiglia inoltre di parlare ai bambini della pericolosità delle armi da fuoco e dei rischi connessi alle stesse, per renderli consapevoli delle conseguenze del loro utilizzo.

    Leggi anche: Usa, la grande protesta degli studenti americani per fermare la violenza con le armi

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