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    Non solo i bambini in Thailandia, ecco i salvataggi miracolosi che hanno fatto la storia

    Da Rigopiano ai minatori cileni, fino al cannibalismo dopo il disastro aereo delle Ande, ecco tutti i casi di salvataggi miracolosi quando la speranza era ormai svanita

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 3 Lug. 2018 alle 12:53 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:27

    Il ritrovamento dei 12 bambini dispersi in una grotta in Thailandia insieme al loro allenatore, lunedì 2 luglio 2018, è uno di quegli eventi che ridanno la speranza quando ormai tutto sembra perduto.

    Il gruppo è sopravvissuto sottoterra per nove giorni senza mangiare. Per farli uscire dalla grotta, secondo gli esperti, potrebbero volerci quattro mesi. Ma non sarebbe la prima volta in cui vengono compiuti salvataggi miracolosi.

    Dai minatori rimasti sottoterra in Cile fino all’hotel Rigopiano, nella storia ci sono stati molti casi di persone sopravvissute per giorni in condizioni terribili e poi messe in salvo con operazioni eccezionali.

    Ecco alcuni di questi casi:

    I minatori cileni

    Il 5 agosto 2010 un crollo nella miniera di San José, dove si estraggono oro e rame, fece rimanere intrappolati 33 minatori cileni a 700 metri di profondità.

    La miniera si trova a una cinquantina di chilometri a nord della città cilena di Copiapó.

    I minatori fecero sapere di essere vivi tramite un biglietto e la loro storia fu raccontata sulla stampa di tutto il mondo.

    Le operazioni di soccorso si conclusero solo il 13 ottobre 2010 e il loro salvataggio fu seguito in diretta televisiva da circa un miliardo e mezzo di persone.

    Si ritiene che sia stato il salvataggio più lungo e complesso nella storia dell’uomo e i minatori sono gli uomini rimasti intrappolati sotto terra per il periodo più lungo di cui si abbia mai avuto notizia.

    Proprio per questo, alcuni di loro hanno avuto problemi fisici e psicologici negli anni successivi.

    I sopravvissuti di Rigopiano

    Il 18 gennaio 2017, l’hotel Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara, fu investito da una frana innescatasi dopo una scossa di terremoto.

    Ventinove delle 40 persone presenti nell’albergo morirono, ma nei giorni successivi alla frana i soccorritori riuscirono a salvare 9 persone rimaste sotto le macerie.

    Tra queste anche quattro bambini: Gianfilippo e Ludovica Parete, Edoardo Di Carlo, Samuel Di Michelangelo.

    Il ragazzo sopravvissuto 27 giorni sotto le macerie di Haiti

    Nel gennaio 2010 Haiti fu devastata da un terremoto che provocò più di 200mila vittime.

    Molte persone furono salvate sotto le macerie, ma ha dell’incredibile la storia di un ragazzo di nome Evans Monsignac, salvato dopo 27 giorni senza mangiare e bere.

    Monsignac, 28 anni, faceva il venditore di riso ed era rimasto intrappolato sotto le macerie del mercato.

    Il ragazzo era malnutrito, delirava ed era disidratato, ma non aveva ferite gravi.

    I sopravvissuti del disastro aereo delle Ande

    Il 12 ottobre 1972 un volo partì dall’aeroporto Carrasco di Montevideo diretto a Santiago del Cile, con a bordo l’intera squadra di rugby dell’Old Christians Club, che doveva partecipare a una partita contro una squadra di Santiago.

    A causa del maltempo e di una serie di altri fattori, l’aereo uruguaiano urtò con l’ala destra una montagna e precipitò, incagliandosi semidistrutto a un’altezza di oltre 3.600 metri (qui la storia nei dettagli).

    Delle quarantacinque persone a bordo, 12 morirono nell’impatto, ed altre cinque nelle 24 ore successive.

    Le autorità cilene a argentine iniziarono una serie di ricerche, senza però trovare tracce dell’aereo, che era precipitato in una zona caratterizzata da cime montuose, rendendo particolarmente difficili le ricerche.

    Il 21 ottobre, per questa ragione, ogni attività di ricognizione venne conclusa, e si pensò che per i passeggeri del volo non ci fosse più alcuna speranza.

    Intanto, però, la maggior parte dei passeggeri era rimasta in vita. Iniziarono a lottare per la sopravvivenza in alta quota, con temperatura anche di 30 gradi sotto lo zero, e per sopravvivere dovettero anche mangiare i corpi dei loro compagni morti.

    Il 23 dicembre, due di loro, dopo dieci giorni di cammino, riuscirono ad attraversare la cordigliera, a scendere a valle e ad azionare la macchina dei soccorsi. La loro vicenda ha ispirato il film “Alive”.

    Il salvataggio di “Cudduredda”

    La notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 un forte terremoto colpì la Valle del Belice, nella Sicilia occidentale. Le operazioni di soccorso furono caotiche e ci furono circa 200 vittime.

    Quel terremoto è ricordato anche grazie al salvataggio di Eleonora Di Girolamo, conosciuta come “Cudduredda”, una bambina di 6 anni che rimase sotto le macerie per circa 60 ore e fu salvata da una squadra di vigili del fuoco di cui faceva parte anche Ivo Soncini, un pompiere di Reggio Emilia.

    Purtroppo, la storia di Cudduredda non è a lieto fine: la bambina morì alcuni giorni dopo di polmonite. Ma il suo sguardo, ripreso in un servizio del giornalista Sergio Zavoli, rimase un simbolo della tragedia del Belice (la storia di Cudduredda è raccontata nel libro della giornalista di TPI Anna Ditta, che si intitola Belice e contiene l’intervista a Ivo Soncini).

    Il ritrovamento dei bambini dispersi in una grotta in Thailandia

    Il 2 luglio 2018 sono stati trovati vivi i 12 bambini dispersi in una grotta in Thailandia insieme al loro allenatore. Del gruppo non si avevano più notizie dal 23 giugno scorso, quando si erano addentrati nella grotta di Tham Luang, vicino al confine con la Birmania e il Laos

    Le piogge monsoniche avevano bloccato le vie di accesso alla grotta, ma miracolosamente i bambini sono stati trovati tutti vivi e in condizioni stabili di salute, in un punto della grotta al riparo dall’inondazione. Sono sopravvissuti nonostante 9 giorni senza cibo.

    Secondo gli esperti, per tirare fuori il gruppo “potrebbero occorrere quattro mesi”. Ad accompagnarli ci sarà un team internazionale di esperti, e anche alcuni psicologi.

    I ragazzi potrebbero dover imparare a fare immersione come veri e propri sommozzatori per riuscire a uscire dalla grotta. In alternativa, come detto, potrebbero dover aspettare alcuni mesi.

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