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    Babysitter-orco massacra un neonato: aveva già torturato i suoi cinque figli

    Marissa Tietsort
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 8 Gen. 2019 alle 08:57 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:38

    Ha ucciso un bambino di appena due mesi che le era stato affidato da una famiglia di Wasau, nel Wisconsin, Stati Uniti.

    Ma la 28enne Marissa Tietsort, come si è poi scoperto, non era nuova a certi orrori. Aveva infatti già inflitto sevizie ai suoi cinque figli (è attualmente incinta del sesto), quattro dei quali le erano stati tolti dai servizi sociali.

    Una realtà totalmente ignorata dai numerosi genitori che l’avevano ingaggiata come babysitter, non solo quelli del neonato assassinato.

    Dopo questa vicenda, infatti, altri bimbi si sono fatti avanti e hanno raccontato dei traumi loro inflitti dalla Tietsort.

    Quanto al bimbo ucciso, la babysitter lo ha riconsegnato alla famiglia avvolto in una coperta, imbacuccato con una tuta a un cappello. “Si è addormentato”, ha detto alla madre.

    Quest’ultima, però, dopo alcuni minuti si è resa conto che il figlio era privo di vita. Subito ha chiamato la polizia, che si è messa sulle tracce della Tietsort.

    La 28enne, raggiunta dagli agenti, inizialmente ha negato di aver ucciso volontariamente il piccolo. “È stata una disgrazia, non volevo fargli del male”, ha detto.

    La donna ha spiegato di non aver detto nulla alla madre del bambino perché presa dal panico e terrorizzata dalle possibili conseguenze.

    Gli inquirenti però non hanno creduto alla sua versione: sono convinti infatti che si sia trattato di omicidio volontario.

    Ad aggravare la posizione della 28enne sono arrivate le testimonianze degli altri bambini, che hanno raccontato di aver subito percosse dalla Tiesort e di essersi ritrovati con ferite e traumi di vario tipo.

    La domanda che, in queste ore, si stanno facendo in molti è perché nessuno avesse messo al corrente le famiglie della pericolosità della donna. Come detto, quattro figli le erano già stati tolti, ed erano stati affidati ai servizi sociali.

    Nonostante questo, Marissa Tietsort continuava a lavorare come babysitter come se nulla fosse successo.

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