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    Siria, ucciso in un agguato un noto attivista siriano anti-regime

    L'attivista siriano Raed Fares

    Raed Fares si era battutto per anni per la democrazia e i diritti umani nel suo Paese

    Di Rossella Melchionna
    Pubblicato il 25 Nov. 2018 alle 16:13 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:25

    “Le rivoluzioni sono idee e le idee non possono essere uccise dalle armi”. Era questo il pensiero di Raed Fares, noto attivista e giornalista siriano ucciso il 23 novembre 2018 nel nord-ovest del Paese.

    L’uomo, convinto oppositore del regime di Bashar al-Assad, è stato ammazzato a colpi di arma da fuoco assieme a un altro collega, Hamoud Jneed. I due si trovavano all’esterno dell’ufficio di Fares, vicino a Idlib, in un’area fuori dal controllo governativo e dove operano i miliziani radicali. Sono ancora sconosciuti gli esecutori del duplice omicidio.

    Chi era Raed Fares, l’attivista siriano ucciso

    Fares, di 46 anni, era conosciuto anche a livello internazionale per le sue battaglie a favore della democrazia e dei diritti umani. Già nel 2011, infatti, aveva avviato le prime manifestazioni non violente anti-regime.

    Il giornalista, però, si considerava lontano sia da Assad che dai ribelli più estremisti. “La verità è che i siriani sono vittime di due forme di terrorismo: da un lato il terrorismo di Assad, dall’altro quello dell’Isis e di altri estremisti”, aveva una volta affermato.

    Quando la regione di Idlib è passata gradualmente sotto il controllo dei miliziani radicali, Fares e i suoi compagni sono stati più volte arrestati – rapiti e torturati – da Al Qaida e altre forze armate. Fares e Jneed, poi, erano stati minacciati di morte dall’esercito che si trovava ad Idlib.

    L’esperienza di “Radio Fresh”

    Prima agente immobiliare, poi attivista per i diritti dei siriani. Infine, proprietario di una radio, appunto Radio Fresh. Fares, recentemente, aveva lanciato un’emittente pirata (e “libera”) attraverso la quale riusciva ad andare in onda dalle zone della Siria occupate dai ribelli.

    La reazione dei siriani

    Le morti di Fares e Jneed sono state ampiamente discusse sui social media, soprattutto da amici, colleghi attivisti e analisti. A Kafr Nabl la gente del posto ha confermato che più di 2mila persone si sono riunite in occasione dei funerali, arrivando da diverse parti della regione.

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