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    Venezuela, sei arresti per l’attentato contro Maduro: “Identificati gli autori”

    La sicurezza mentre porta in salvo Maduro
    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 5 Ago. 2018 alle 03:49 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:26

    Il governo venezuelano ha annunciato di aver arrestato sei persone per l’attentato contro il presidente Nicolas Maduro. Secondo quanto riportato dal fonti dell’esecutivo, “tutti gli autori materiali e intellettuali dell’attacco sono stati identificati”.

    “Abbiamo arrestato finora sei terroristi e sicari, sequestrato vari veicoli e compiuto diverse perquisizioni negli alberghi nella capitale, dove abbiamo raccolto prove molto importanti”, ha detto il ministro dell’Interno, Nestor Reverol, parlando alla televisione di Stato VTV.

    Sabato 4 agosto degli ordigni esplosivi sono stati lanciati da dei droni mentre il presidente Nicolas Maduro teneva il suo discorso a una parata militare a Caracas.

    Una o forse due esplosioni – secondo le testimonianze – hanno scosso la capitale durante la cerimonia sulla Avenida Bolívar in occasione dell’81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale (Qui vi abbiamo spiegato cosa sappiamo finora dell’attentato).

    Il presidente stava parlando alla nazione e il suo discorso era trasmesso in tv, quando è saltato l’audio e la trasmissione è stata improvvisamente interrotta.

    Su Twitter sono poi state diffuse delle immagini della fase iniziale dell’emergenza con l’intervento della sicurezza di Maduro e la rottura delle file dei militari, con i soldati che si sono dati alla fuga. Maduro, rimasto illeso, è stato quindi portato via immediatamente.

    Il ministro delle Comunicazioni venezuelane, Jorge Dominguez, ha dichiarato poco dopo che “il presidente Nicolas Maduro è stato oggetto di un attentato a Caracas” ma che “è incolume e parlerà al Paese”.

    Dominguez ha poi confermato che l’attentato “è stato realizzato con droni carichi di esplosivo” che “hanno causato il ferimento di sette persone”.

    Uno dei feriti durante l’attentato a Maduro

    “Nel momento in cui una sfilata militare stava concludendosi sull’Avenida Bolivar di Caracas – ha spiegato – esattamente alle ore 17.41 si sono udite alcune esplosioni che si è potuto verificare riguardavano artefatti volanti di tipo drone che contenevano cariche esplosive e che sono esplosi vicino al palco presidenziale ed in alcune zone residenziali”.

    “Posso dire ufficialmente – ha aggiunto – che si tratta di un attentato contro la figura del presidente Maduro che è rimasto completamente illeso ed è riunito per esaminare con i suoi collaboratori, i ministri e i vertici militari, l’accaduto”.

    Purtroppo, ha proseguito, “le esplosioni hanno causato ferite a sette membri della Guardia nazionale bolivariana che sono stati ricoverati in ospedale”.

    Il ministro ha poi precisato che “sono stati abbattuti alcuni droni carichi di esplosivo”. I media venezuelani hanno indicato che un’esplosione è avvenuta sullo stesso palco dove si trovava Maduro, e una seconda nella zona dove si svolgeva la parata militare.

    Dopo l’attacco unità militari hanno preso posizione vicino ai punti nevralgici della zona della Avenida Bolivar.

    Nella notte italiana ha poi parlato anche il presidente Maduro: “Oggi hanno cercato di uccidermi – ha detto spiegando quanto accaduto e accusando apertamente la Colombia – non ho dubbi che dietro l’attentato ci sia il nome di Juan Manuel Santos”.

    Maduro ha attribuito l’attentato a esponenti di estrema destra in collaborazione con ‘cospiratori’ a Bogotà e Miami, oltre a non precisati “finanzieri” degli Usa.

    “Spero che il presidente Donald Trump sia disposto a combattere i gruppi terroristici”, ha aggiunto. Poi ha rivelato che alcuni dei responsabili sono già stati arrestati e “sotto processo”.

    Intanto, mentre le indagini vanno avanti, il procuratore generale, Tarek Saab, intervistato dalla tv statale Vtv ha spiegato: “Non possiamo escludere che vi sia stata la partecipazione di alcuni elementi sovversivi e terroristi fuori dal Venezuela, questa ipotesi rientra tra quelle del pubblico ministero. Confermo e garantisco che si arriverà alla verità”.

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