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    Uccisa di botte studentessa di 16 anni in Iran: “Si è rifiutata di cantare un inno pro-regime”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 18 Ott. 2022 alle 16:01

    Picchiata a morte per essersi rifiutata di cantare un inno di lode al leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei: è la sorte che sarebbe toccata a una studentessa di appena 16 anni, Asra Panahi, secondo una denuncia del Consiglio di coordinamento del sindacato degli insegnanti iraniani. Le forze di sicurezza di Teheran hanno fatto irruzione nel liceo femminile Shahed ad Ardabil per una perquisizione lo scorso 13 ottobre e avrebbero chiesto una prova di fedeltà al leader spirituale. Di fronte al loro rifiuto, le avrebbero picchiate, mandandone alcune in ospedale ed arrestandone altre. Lo scorso venerdì Panahi è deceduta in ospedale in seguito alle ferite riportate.

    Funzionari iraniani hanno negato le responsabilità delle forze di sicurezza, e un uomo identificato come lo zio della studentessa deceduta è apparso sui canali ufficiali della tv di Stato per dichiarare che la causa del decesso è una condizione cardiaca congenita della giovane. Una dinamica simile a quanto accaduto con la morte di Mahsa Amini, la 22enne uccisa perché indossava male il velo: l’Iran ha negato ogni accusa indicando come causa del decesso le patologie pregresse della donna. Si fa sempre più crudele la repressione del dissenso nel Paese, dopo che la protesta è entrata nelle scuole e ha coinvolto le nuove generazioni, minando alla base il sistema patriarcale sul quale si fonda la Repubblica islamica. Diversi video hanno mostrato classi di alunne che sventolavano l’hijab in aria, tiravano giù le foto dei leader supremi iraniani e gridavano slogan anti-regime a sostegno di Mahsa Amini.

    Le autorità iraniane hanno risposto lanciando una serie di incursioni nelle scuole di tutto il paese la scorsa settimana: sono stati segnalati agenti che si sono introdotti con la forza nelle aule, arrestando violentemente le studentesse e sparando gas lacrimogeni negli edifici scolastici. Il sindacato iraniano degli insegnanti ha condannato i raid “brutali e disumani” e ha chiesto le dimissioni del ministro dell’Istruzione, Yousef Nouri. La notizia della morte di Asra Panahi non ha fatto altro che alimentare la mobilitazione delle studentesse di tutto il paese, che si uniranno alle protesta durante il fine settimana.

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