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    Arrestati 42 giornalisti in Turchia accusati di sostenere Fethullah Gulen

    Continuano le epurazioni di Erdogan: licenziati anche duecento dipendenti della compagnia aerea statale e 31 accademici

    Di TPI
    Pubblicato il 25 Lug. 2016 alle 13:09 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:39

    Le autorità turche lunedì 25 luglio hanno emesso un mandato di arresto per 42 giornalisti, accusati di aver sostenuto le rete di Fethullah Gulen, il religioso che Ankara sostiene essere la mente dietro al fallito colpo di stato.

    Tra loro, secondo i media turchi, c’è la famosa editorialista Nazli Ilicak. Tre anni fa era stata licenziata dal quotidiano pro-governativo Sabah Daily per aver criticato ministri del governo che erano finiti sotto inchiesta con l’accusa di corruzione.

    La chiusura di numerosi giornali o media ritenuti anti-governativi era stata ordinata immediatamente dopo il tentativo di colpo di stato, ma finora nessuna misura era stata adottata nei confronti dei singoli giornalisti.

    Sempre lunedì, la polizia turca ha arrestato altri 31 accademici, tra cui diversi professori universitari in nuovi raid condotti contro presunti sostenitori di Gulen.

    Le autorità hanno già arrestato, messo sotto inchiesta o licenziato migliaia di soldati, giudici e funzionari della pubblica amministrazione.

    La compagnia aerea statale Turkish Airlines ha annunciato il licenziamento di oltre duecento dipendenti, sempre perché ritenuti sostenitori di Fethullah Gulen, anche se la motivazione ufficiale è stata di “inefficienza”.

    Il presidente Recep Tayyp Erdogan ha promesso di eliminare dall’amministrazione dello stato il “virus” che ha reso possibile il tentativo di golpe e per questo ha dichiarato lo stato di emergenza, che consente all’esecutivo di aggirare il voto del parlamento e sospendere diritti civili nel caso sia ritenuto necessario.

    Il governo ha giustificato la misura con lo scopo di prevenire ulteriori disordini e ha precisato che colpirà solo coloro che sono stati coinvolti nel tentativo di colpo di stato. Tuttavia il timore e il sospetto è che il giro di vite possa essere uno strumento per reprimere il dissenso in Turchia e colpire gli oppositori politici di Erdogan.

    Domenica 24 luglio decine di migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione pro-democrazia per condannare il tentativo di colpo di stato. La marcia è stata organizzata dal partito di opposizione CHP (Partito popolare repubblicano), ma con il sostegno del partito AKP del presidente Erdogan, in una rara dimostrazione di unità nazionale in questi giorni convulsi per la nazione.

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