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    Pyongyang sta lavorando ad armi biologiche, secondo media statunitensi

    A rivelarlo è il quotidiano statunitense New York Post, citando uno studio del Belfer Center for Science and International Affairs dell'Harvard Kennedy School

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 24 Ott. 2017 alle 08:40 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:34

    La Corea del Nord starebbe lavorando alla produzione di armi biologiche con le quali colpire milizie nemiche a anche civili.

    A rivelarlo è il quotidiano statunitense New York Post, citando uno studio del Belfer Center for Science and International Affairs dell’Harvard Kennedy School.

    Il rapporto rivela inoltre che la Corea del Nord dispone di 13 tipi di agenti biologici di cui disporre nel giro di 10 giorni.

    Vaiolo e antrace sarebbero le due “armi” che, sempre sencondo il rapporto, sono in produzione nei laboratori di ricerca per l’agricoltura. Luoghi in cui questo tipo di “corsa agli armamenti” è molto più semplice da svolgere in modo segreto.

    “Mentre i programmi nucleari possono essere monitorati attraverso il numero dei test e l’efficacia dei test balistici, la coltivazione a fini bellici degli agenti patogeni può essere condotta a porte chiuse”, scrive lo studio.

    “È probabile che il vaiolo sia già usato come arma. I soldati nordcoreani sono vaccinati contro il vaiolo, così come lo sono i militari americani in Corea del Sud. Vaiolo e antrace, se usati in larga scala possono non solo causare la morte di decine di migliaia di persone, ma anche creare panico paralizzando intere comunità”, si legge nel rapporto.

    Secondo lo studio, “Pyongyang vuole diffondere gli agenti chimici tramite missili, droni, aeroplani, nebulizzatori e veicoli umani; e potrebbe ricorrere ad agenti dai ranghi delle sue forze speciali – che contano 200mila elementi – per diffondere malattie in altri paesi”.

    “Inoltre, le attrezzature utilizzate per la produzione di armi biologiche spesso hanno un doppio impiego nel settore agricolo, e questo rende virtualmente impossibile il monitoraggio esterno e la verifica”.

    Il rapporto cita anche testimonianze di transfughi nordcoreani secondo cui il regime effettuerebbe sperimentazioni di armi chimiche e biologiche su soggetti umani.

    La commissione dell’Onu che monitora le sanzioni alla Corea del Nord ha aggiunto 32 articoli nella lista nera dei beni (e tecnologie) che non possono essere vendute o trasferite a Pyongyang. Lo si afferma in un rapporto inviato al Consiglio di Sicurezza.

    La risoluzione adottata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza il mese scorso, che ha imposto altre misure restrittive al regime di Kim Jong Un, ha chiesto infatti alla Commissione sanzioni di elaborare nuove denominazioni dei cosiddetti articoli a doppio uso, civile e militare.

    Tra gli oggetti messi al bando ci sono contenitori che possono essere utilizzati per trasportare materiali radioattivi, sistemi di raffreddamento continuo, macchine a raggi X, apparecchiature per il rilevamento sismico. 

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