Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Un albero solitario in Nuova Zelanda potrebbe svelare l’inizio della nostra epoca geologica

    "L'albero più solitario del pianeta" potrebbe essere la "punta dorata" che indica l'inizio della nostra epoca geologica. Credit: Pavla Fenwick

    Ogni epoca geologica ha un suo "picco dorato" che ne indica l'inizio. Quello della nostra epoca potrebbe essere "l'albero più solitario del pianeta"

    Di Camilla Palladino
    Pubblicato il 20 Feb. 2018 alle 18:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:19

    A Campbell Island, nell’Oceano Antartico, c’è un abete che è stato soprannominato “l’albero più solitario del pianeta” a causa della sua posizione.

    Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

    Ma questa non è l’unica curiosità sull’albero: esso potrebbe infatti rivelare qualcosa di molto profondo a proposito dell’epoca che stiamo vivendo.

    Durante i test effettuati negli anni Cinquanta e Sessanta, dopo il lancio della bomba atomica,  è stata trovata sul tronco dell’abete una chiara traccia radioattiva.

    Se ti piace questa notizia, segui TPI Pop direttamente su Facebook

    Un elemento potenzialmente importantissimo per gli scienziati che, attualmente, stanno cercando di definire l’inizio dell’Antropocene – il nuovo segmento temporale nella storia geologica della Terra che comprende i nostri anni.

    Ciò che si potrebbe considerare come la “punta dorata” dell’Antropocene, infatti, è un dato che dovrebbe riflettere gli effetti della Grande Accelerazione dell’impatto umano sul pianeta, che si è verificata dopo la seconda guerra mondiale e si vede ad esempio nell’esplosione della produzione di plastica.

    Secondo lo scienziato Chris Turney, dell’Università del New South Wales, in Australia, l’abete cattura perfettamente questo cambiamento nella composizione dei suoi anelli di crescita.

    La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Scientific Reports.

    I ricercatori, forando una sottile parte del tronco, hanno trovato un grande sbalzo nella quantità di carbonio-14 in un anello che risale alla fine del 1965, prova inequivocabile delle conseguenze atmosferiche dopo lo sgancio della bomba atomica.

    Il radioisotopo sarebbe stato incorporato nell’albero come anidride carbonica attraverso la fotosintesi.

    L’abete, in realtà, non dovrebbe trovarsi a Campbell Island, che dista circa 600 chilometri dalla punta meridionale della Nuova Zelanda.

    Il suo habitat naturale si trova alle latitudini dell’oceano Pacifico settentrionale, ma un singolo albero era stato posto sull’isola intorno al 1905, probabilmente per iniziare una nuova piantagione.

    L’albero più vicino, infatti, si trova sulle isole di Auckland, a circa 200 chilometri di distanza.

    “Se si vuole rappresentare l’Antropocene con l’inizio della Grande Accelerazione, questo albero è perfetto per definirlo. E ciò che è veramente bello è che abbiamo piantato un albero in un punto in cui non dovrebbe esserci, il che ci ha regalato questa bellissima registrazione di ciò che abbiamo fatto al pianeta”, ha spiegato Mark Maslin, della University College London, nel Regno Unito.

    La comunità geologica internazionale sta attualmente valutando come aggiornare la timeline “ufficiale” della storia della Terra – la famosa Carta Cronostratigrafica contenuta in tutti i libri di testo scientifici.

    L’abete potrebbe dunque essere considerato come la “punta dorata” di questa nuova epoca geologica, ossia l’indicatore dell’inizio dell’Antropocene.

    La “punta dorata” dell”Olocene, ad esempio, è rappresentata da un ghiacciaio perforato in Groenlandia, nel quale è stata rilevata una composizione di idrogeno che rivela un aumento del riscaldamento, e cioè il modo in cui siamo usciti dall’ultima era glaciale.

    Quella del Cretaceo-Paleocene, invece, epoca che comprende il periodo in cui un meteorite cadde sulla Terra causando l’estinzione dei dinosauri, è un affioramento roccioso in Tunisia che contiene una forte traccia di iridio che è stato liberato dall’impatto del meteorite con il pianeta.

    Se questa notizia ti è piaciuta, abbiamo creato una pagina Facebook apposta per te: segui TPI Pop

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version