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    Al bando le minigonne

    In Uganda il Parlamento include nella legge antipornografia il divieto di indossare minigonne, considerate sessualmente esplicite

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 20 Dic. 2013 alle 09:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:20

    Quando Simon Lokodo, ministro per l’Integrità e l’Etica in Uganda, ha proposto la legge contro la pornografia all’inizio di quest’anno, ha detto che tutte le donne che indossino “qualsiasi cosa sopra il ginocchio” dovrebbero essere arrestate.

    Ieri il parlamento ugandese ha approvato il progetto di legge, che adesso ha bisogno solo della firma del presidente per entrare in vigore. Con questa legge, l’Uganda vieterebbe alle donne di indossare “tutto ciò che mostra parti sessuali come seno, cosce, glutei”. Sarebbe inoltre dichiarato fuorilegge “qualsiasi comportamento erotico destinato a provocare eccitazione sessuale, qualsiasi atto indecente o tendente alla corruzione della morale”, come riportato dalla stampa nazionale. La legge metterebbe al bando anche molti film e fiction e secondo gli oppositori impedirebbe di mostrare artisti come Beyoncé e Madonna sui canali televisivi del Paese.

    Secondo quanto riportato dall’Indipendent, il disegno di legge è stato adottato sulla base di un presunto aumento della diffusione della pornografia nel Paese, ma ha trovato una forte opposizione da chi lo vede come una minaccia ai diritti delle donne. Per i cittadini dell’Uganda non si tratterebbe comunque di una novità, l’uso delle minigonne era già stato vietato con un decreto dell’ex dittatore Idi Amin, nel 1970. La legge costituirebbe quindi per certi versi un passo indietro per il Paese.

    In un articolo pubblicato lo scorso maggio sul sito della Bbc, Farai Sevenzo – giornalista e produttore cinematografico originario dello Zimbabwe – ha commentato la proposta di legge dicendo che essa non offre una definizione di “pornografia”, né dispone cosa il ministro intenda fare circa la reale pornografia disponibile con il semplice click sul web.

    Partito con l’intenzione di proteggere la morale degli ugandesi, il ministro Lokodo con questa legge ha fatto prendere una piega più ampia al dibattito, che ora si è rivolto alla garanzia delle libertà personali e all’analisi delle cause dei crimini sessuali.

    Ma poiché Lokoto è un ex sacerdote cattolico, secondo Sevenzo egli dovrebbe sapere che gli stupratori sono spinti solo dai demoni nella loro mente, e che “il modo migliore per sbarazzarsi dei demoni è attraverso la chiesa, non attraverso leggi governative”.

    “Qualora la preghiera fallisca, ci sarà sempre un carcere ugandese”, ha scritto Sevenzo, “E la minigonna ha ben poco a che fare con questo.”

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