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    Ai Weiwei in mostra ad Alcatraz

    Le opere dell'artista cinese verranno esposte dal 27 settembre al 26 aprile nell'ex carcere della baia di San Francisco

    Di Ludovico Tallarita
    Pubblicato il 25 Set. 2014 alle 13:04 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:58

    I giorni in cui i criminali del calibro di Al Capone e George “Machine-gun” Kelly venivano spediti sull’isola di Alcatraz, nella baia di San Francisco, sono molto lontani.

    The Rock – soprannome dato al carcere per via della conformazione rocciosa dell’isola su cui sorge – è diventata un’attrazione turistica nel 1973.

    Oggi, a partire dal 27 settembre fino al 26 aprile del 2015, l’ex penitenziario di Alcatraz ospiterà la mostra Ai Weiwei @Large, ideata dal noto artista e attivista cinese Ai Weiwei.

    “Alcatraz è uno show speciale per me – racconta l’attivista cinese in un video del Guardian – perchè sono stato detenuto segretamente per 81 giorni”. Per questa ragione, Ai Weiwei dichiara di avere “un rapporto molto intimo con quello che potrebbe significare essere rinchiusi qui, e con quello che significa la libertà per un uomo”.

    Le difficoltà logistiche nell’allestire la mostra sono state considerevoli: in seguito all’arresto del 2011, all’artista cinese è stato vietato di lasciare Pechino. Per organizzare le sue installazioni, Ai Weiwei ha dovuto fare affidamento su numerosi collaboratori che al suo posto sono andati negli Stati Uniti, mentre lui è rimasto a casa.

    Inoltre, i corridoi del blocco centrale di Alcatraz non sono l’ideale per ospitare le opere di grandi dimensioni predilette dall’artista cinese. Tra l’altro, alcune delle creazioni in mostra elogiano alcuni fra i più eloquenti antagonisti dell’amministrazione Obama, primi fra tutti Edward Snowden e Chelsea Manning.

    Oltre a esporre un dragone di carta che pesa 70 chili e riporta citazioni di celebri attivisti politici, tra cui Nelson Mandela e proprio Edward Snowden, la mostra utilizzerà anche gli interni di alcune celle di Alcatraz.

    In una delle celle, si sentirà la voce registrata della cantante tibetana Lolo, che al momento sta scontando una pena di 6 anni per attività sovversive: inneggiare all’indipendenza del Tibet.

    In un’altra sarà possibile ascoltare il celebre discorso con cui Martin Luther King prese una dura posizione contro la guerra in Vietnam. Dal sassofono di Fela Kuti alle note delle Pussy Riot, ogni cella avrà un tema diverso.

    Infine, un tappeto realizzato con i LEGO che rappresenta 175 “prigionieri della propria coscienza” (in fondo il video).

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