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    Un’autobomba è esplosa davanti la sede di Save the Children a Jalalabad, in Afghanistan

    L'esplosione alla sede di Save The Children di Jalalabad, in Afghanistan, il 24 gennaio 2018. Credit: Noorullah Shirzada/ Afp

    Finora ci sono almeno 2 morti e 11 i feriti. L'Isis ha rivendicato l'attacco

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 24 Gen. 2018 alle 09:03 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:45

    Un attentatore suicida si è fatto esplodere all’ingresso della sede di Save the Children, a Jalalabad, in Afghanistan.

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    Altri uomini armati di mitragliatrici hanno poi preso d’assalto gli uffici dell’organizzazione. Al momento ci sono 2 morti, tra cui un soldato, e 12 i feriti.

    Poche ore dopo l’attacco il sedicente Stato islamico ne ha rivendicato la responsabilità sull’agenzia di stampa Amaq.

    Jalalabad, roccaforte del sedicente Stato islamico, si trova vicino al confine con il Pakistan, ed è spesso bersaglio di militanti talebani.

    Alcuni giorni fa alcuni talebani avevano attaccato l’Intercontinental hotel di Kabul.

    In un messaggio su Twitter il gruppo ha negato di aver compiuto l’attacco di Jalalabad.

    Un testimone oculare che si trovava all’interno del complesso ha raccontato all’agenzia di stampa Afp di aver visto un uomo armato colpire il cancello principale con una granata.

    Secondo i primi rapporti gli assalitori sarebbero almeno 3.

    “Verso le 9:10 – ora locale – un attentatore suicida ha fatto detonare un’autobomba all’ingresso del complesso di Save the Children nel distretto di polizia tre della città di Jalalabad”, ha detto Attaullah Khogyani, portavoce del governo locale. “Un gruppo di uomini armati è entrato nel complesso.”

    I militanti si trovano nei piani superiori dell’edificio, che è circondato da case, due scuole e un dipartimento del governo.

    Non è chiaro se il personale di Save the Children si trovi ancora all’interno dell’edificio.

    Ci sono molte altre agenzie umanitarie nell’area, insieme agli uffici governativi afghani.

    Save the Children svolge attività di istruzione, assistenza sanitaria e protezione per i bambini. Si trova nel paese dal 1976, presente in 16 province. Circa 700mila bambini hanno beneficiato degli interventi dell’organizzazione fino a oggi.

    Le organizzazioni umanitarie continuano a lavorare in condizioni difficili nel paese, affrontando sistematicamente attacchi e rapimenti.

    La Croce Rossa aveva annunciato a ottobre 2017 di avere intenzione di ridurre drasticamente la sua presenza in Afghanistan dopo che sette membri del suo staff erano stati uccisi in diversi attacchi nel corso del 2017.

    “La nostra preoccupazione principale è la sicurezza del nostro personale”, ha detto Save the Children in una nota, non aggiungendo ulteriori commenti.

    Save the Children ha annunciato la “sospensione” dei suoi programmi nel paese.

    Gli attacchi subiti in Afghanistan dalle organizzazioni umanitarie nel corso degli anni:

    • Maggio 2017: alcuni assalitori invadono una guest house gestita da una ONG svedese, Operazione Mercy, uccidendo una donna tedesca e un soldato afgano

    • Ottobre 2015: un bombardamento statunitense colpisce un ospedale di Medici senza Frontiere. Muoiono 22 persone

    • Luglio 2014: uomini armati uccidono due donne finlandesi che lavorano per un’associazione di beneficenza cristiana, la Missione di assistenza internazionale (IAM), nella città di Herat, nell’ovest del paese

    • Ottobre 2010: la cooperante britannica Linda Norgrove viene uccisa

    • Agosto 2010: 10 membri di un team di oculisti che lavorano per IAM vengono uccisi nella provincia di Nuristan

     

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