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    Afghanistan, attentati ai seggi nei giorni delle elezioni: almeno 170 tra morti e feriti

    Credit: HOSHANG HASHIMI / AFP

    Secondo il Governo ci sono stati 15 attacchi che hanno provocato almeno 3 morti e 30 feriti

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 21 Ott. 2018 alle 19:47 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:42

    Oggi, domenica 21 ottobre, gli afghani sono tornati a votare. Lo hanno fatto nonostante le violenze che ieri, sabato 20 ottobre, hanno fatto almeno 170 tra morti e feriti in tutto il paese asiatico.

    Oggi sono stati aperti 401 seggi, in cui ha espresso il proprio voto chi non ha paura di sfidare le minacce dei talebani, che nel prim ogiorno del voto hanno affermato di aver condotto almeno 400 attacchi. Per garantire la sicurezza, il governo afghano ha schierato in tutto il paese 70mila soldati e poliziotti, come rivelato oggi dal Ministero degli Interni, il che significava un aumento di 16mila unità rispetto all’annuncio di pochi giorni fa.

    Per la prima volta dalla fine della missione militare della NATO nel 2014, il governo afghano è responsabile della sicurezza durante le elezioni.

    La giornata elettorale di sabato 20 ha avuto un bilancio tragico: almeno 67 morti e 126 feriti. Sono morti 27 civili, 9 membri delle forze di sicurezza e 31 insorti. In tutto si sono registrati 193 attacchi contro i seggi elettorali e le forze di sicurezza, ha detto in una conferenza stampa a Kabul il viceministro dell’interno, Akhtar Muhammad Ibrahimi.

    Un attacco suicida è avvenuto nel centro di Kabul, 76 sono state le azioni contro seggi elettorali in tutto il paese e una dozzina di esplosioni nei pressi di seggi elettorali “per terrorizzare gli elettori”, oltre a combattere con le forze di sicurezza, ha spiegato il viceministro.

    Di conseguenza, 27 civili sono stati uccisi e un centinaio feriti, mentre almeno nove membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi e altri 25 sono rimasti feriti. Inoltre, i Taliban hanno subito 31 vittime e altri 18 insorti sono stati arrestati vivi. Secondo il viceministro dell’Interno, questi attacchi sono circa la metà di quelli in occasione delle elezioni presidenziali del 2014.

    Nel frattempo, i talebani avevano ricordato alla popolazione di oggi che “i centri elettorali del nemico in tutto il paese sono sotto attacco”, così hanno chiesto ai cittadini di non partecipare a questo “falso processo” se “vogliono salvare le loro vite”, ha detto il portavoce dei Taliban Zabihullah Mujahid.

    Alla fine della giornata, un altro portavoce dei talebani, Qari Yousuf Ahmadi, ha dichiarato di aver effettuato circa 400 attacchi nel corso della giornata, in cui “decine di soldati e poliziotti sono morti e sono rimasti feriti”. “Le elezioni sono fallite”, ha detto.

    Le elezioni erano state rimandate diverse volte a causa di problemi legati al sistema elettorale e alla sicurezza. Dieci candidati sono rimasti uccisi negli attentati condotti dai Taliban.

    Il governo ha rinviato di una settimana il voto nella provincia di Kandahar, dopo l’ultimo attentato rivendicato dai talebani in cui è rimasto ucciso il capo della polizia provinciale, il generale Abdul Raziq.

    Le elezioni parlamentari sono state posticipate da tre anni a causa della forte instabilità che regna nel paese. Inizialmente, l’appuntamento alle urne era stato fissato per luglio del 2017, ma si era deciso di rimandare le elezioni a causa di alcune dispute politiche sulla registrazione degli elettori.

    I cittadini infatti possono votate in qualsiasi area del paese, il che comporta un alto rischio di frodi elettorali: la stessa persona potrebbe votare più volte in sedi elettorali diverse.

    Le elezioni del 20 ottobre sono importanti non solo perché forniscono una prima indicazione di quello che potrebbe essere il risultato delle presidenziali, ma anche perché dimostrano quanto controllo il governo effettivamente ha sul paese.

    In diverse regioni dell’Afghanistan, infatti, il potere è ancora nelle mani dei Taliban, che hanno più volte fatto ricorso alla violenza per disincentivare la partecipazione dei cittadini alle elezioni.

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