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    Acqua contaminata

    La Tepco ammette che l'acqua radioattiva di Fukushima ha raggiunto l'oceano Pacifico

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 23 Lug. 2013 alle 16:01 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:35

    La Tepco (Tokyo Electric Power Company), compagnia che gestisce la centrale nucleare di Fukushima ha ammesso ieri per la prima volta che le acque sotterranee accumulatesi sotto l’impianto hanno raggiunto l’oceano.

    Masayuki Ono, amministratore generale della società, ha dichiarato in una conferenza stampa: “Vorremmo presentare le nostre più sentite scuse per aver causato gravi preoccupazioni a molte persone, soprattutto a quelle di Fukushima”.

    La Tepco sostiene, però, che l’impatto della perdita radioattiva, sia relativamente limitato, in considerazione del fatto che non ci sarebbero tassi di aumento anomalo della radioattività. Intanto, è stato riversato un composto di silicato di sodio sulla diga che separa l’impianto dall’oceano, affinché questa, resa più solida, impedisca all’acqua di filtrare.

    La Tepco – che a seguito del disastro della centrale ha taciuto parecchie informazioni su quanto accaduto ai cittadini – fino ad adesso, aveva sempre negato la presenza di tali infiltrazioni, sostenendo che la perdita sarebbe stata contenuta da recinzioni di limo erette vicino ai reattori devastati.

    Secondo l’Autorità per la regolazione del nucleare (Nra) le perdite potrebbero essere continuate ininterrottamente dal giorno dell’incidente alla centrale nel marzo del 2011. Dai dati risulta che a inizio mese la contaminazione nella falda mostrasse valori in netto rialzo, fino a moltiplicare per 110 le quantità di cesio 134 nei campioni raccolti tra oceano e reattori.

    L’ammissione della Tepco arriva all’indomani della vittoria dei Liberaldemocratici, guidati da Shinzo Abe, alla Camera Alta del Parlamento. Il partito e i suoi alleati sono in gran parte favorevoli alla riattivazione dei reattori nucleari al momento fermi in Giappone. Solo due dei 50 reattori di cui è dotato il Paese sono, infatti, attualmente in funzione.

    Il portavoce del governo, Yoshihide Suga, ha fatto sapere ieri sera che i piani non cambieranno: entro l’anno saranno riattivate le unità che la Nra “riterrà sicure”: l’energia a basso costo per Shinzo Abe è necessaria per rilanciare l’economia del Paese.

    Restano i dubbi sulla manovra da parte della popolazione, che non dimentica che i 2 mila lavoratori di Fukushima hanno ora un maggior rischio di tumore tiroideo. Da un sondaggio riportato dal Financial Times risulta che il 55 per cento dei cittadini è contrario alla riattivazione delle centrali. Il neo-senatore indipendente, Taro Yamamoto, schierato contro il nucleare, annuncia che darà battaglia al governo.

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