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    La vita dei civili di Raqqa intrappolati dall’Isis sotto i bombardamenti

    La roccaforte del sedicente Stato islamico in Siria è diventata una sorta di prigione per i cittadini siriani che ci vivono, ai quali è vietato lasciare la città

    Di TPI
    Pubblicato il 18 Nov. 2015 alle 20:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:17

    Gli abitanti della capitale de facto dell’Isis, Raqqa, sarebbero intrappolati nella città siriana in cui i militanti del sedicente Stato islamico stanno cercando di trincerarsi dai bombardamenti aerei da parte delle forze aeree della coalizione internazionale.

    I residenti di Raqqa non possono abbandonare la città perché i miliziani dell’Isis glielo impediscono, fatto salvo per condizioni mediche gravi e in ogni caso solo dopo aver partecipato a un corso di una settimana sulla legge islamica.

    “Per la gente di Raqqa è come stare in una grande prigione che potrebbe essere colpita da missili o dove potrebbe scoppiare una battaglia da un momento all’altro, da cui loro uscirebbero sconfitti nel modo più grave”ha spiegato l’attivista Tim Ramadan, che lavora per il gruppo Raqqa is Being Slaughtered Silentlyche si oppone all’Isis e al regime siriano.

    I combattenti del sedicente Stato islamico di Raqqa non vogliono assolutamente apparire deboli di fronte agli abitanti della città, tanto più ora che i bombardamenti aerei delle forze internazionali si stanno intensificando.

    La Francia, per il terzo giorno di seguito, ha intensificato i raid aerei contro Raqqa per colpire l’Isis dopo gli attentati di Parigi. Anche gli Stati Uniti e la Russia hanno aumentato i loro attacchi contro il sedicente Stato islamico.

    I bombardamenti delle forze aeree avrebbero colpito almeno 177 obiettivi nella principale regione di produzione di petrolio dell’Isis nell’ultimo mese, da quando Stati Uniti, Francia e altre nazioni hanno intensificato i raid aerei in Siria e in Iraq.

    Finora non sarebbero stati uccisi civili, anche se è stato riportato che i raid aerei russi avrebbero causato la morte di cinque civili a Raqqa negli ultimi tre giorni.

    L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha dichiarato che 33 militanti dell’Isis sono morti nei raid aerei che hanno avuto come obiettivo la zona di Raqqa nelle ultime 72 ore.

    L’Osservatorio ha anche aggiunto che i parenti dei militanti del sedicente Stato islamico hanno cercato di lasciare Raqqa per raggiungere Mosul in Iraq, non riuscendoci.

    La crisi degli abitanti di Raqqa deriva anche dal fatto che le forze curde e la comunità degli yazidi hanno recentemente tentato di isolare la città attualmente in mano all’Isis dai principali collegamenti con il resto del Paese.

    La situazione per i combattenti del sedicente Stato islamico si è complicata in particolare dopo la recente conquista da parte dei combattenti curdi, con il supporto delle forze aeree statunitensi, della città di Sinjar, in Iraq.

    Sinjar è una città strategica per il passaggio di uomini, armi e rifornimenti visto che si trova lungo la strada che da Raqqa arriva a Mosul, principale città dell’Iraq settentrionale e anch’essa in mano al gruppo jihadista.

    Mercoledì 18 novembre l’Isis ha dichiarato di aver ucciso due prigionieri, un norvegese e un cinese, e ha anche diffuso la foto dell’ordigno che avrebbe abbattuto l’aereo precipitato nel Sinai a fine ottobre. 

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