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    12mila persone si sono candidate alle elezioni parlamentari in Iran

    È il numero più alto di candidati dalla rivoluzione del 1979. Le consultazioni si terranno a febbraio

    Di TPI
    Pubblicato il 26 Dic. 2015 alle 12:39 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:07

    Quasi 12.000 candidati si sono registrati per partecipare alle elezioni parlamentari di febbraio in Iran. La notizia è stata riportata dalla televisione di stato nella giornata di sabato 26 dicembre. Si tratterebbe, secondo l’agenzia di notizie Afp, del numero di candidati più elevato dal 1979, l’anno della rivoluzione guidata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini.

    Il numero di persone che si sono registrate è stato maggiore di quasi il 70 per cento rispetto alle precedenti elezioni del 2012, il dato è stato riportato dal ministero dell’Interno iraniano.

    Le donne sono l’11 per cento degli aspiranti deputati, contro otto per cento dell’ultima tornata elettorale. Mentre la percentuale di candidati di età inferiore ai 50 anni è passata dal 67 per cento al 73 per cento.

    Le elezioni si terranno il 26 febbraio e sono 290 i deputati che dovranno essere scelti dai cittadini iraniani.

    Il numero dei candidati, in ogni caso, potrebbe scendere dopo il vaglio delle candidature da parte del Consiglio dei guardiani. L’elenco definitivo sarà pubblicato il 9 febbraio.

    Nel 2012 i candidati registrati alle elezioni parlamentari erano stati 5.200, ma più di un terzo delle candidature era stato bocciato. Con la conseguenza che solo 3.400 persone avevano potuto concorrere alla carica di deputato.

    Per superare l’esame da parte del Consiglio dei guardiani, i candidati devono avere una laurea e dichiarare di sostenere i principi della repubblica islamica. I casi di esclusione riguardano chi si ritiene abbia ripudiato l’Islam, oppure chi appartiene a partiti politici vietati.

    Il presidente Hassan Rouhani, eletto nel 2013, è stato il principale fautore nel suo paese dell’accordo di luglio sul nucleare iraniano e ora spera di capitalizzare il risultato, ottenendo un parlamento che sostenga le sue politiche di riforma. L’accordo sul nucleare infatti significa la fine delle sanzioni internazionali all’Iran e una potenziale ripresa dell’economia.

    La votazione avrà luogo lo stesso giorno dell’elezione dell’Assemblea degli Esperti, un organo che controlla il lavoro del leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei, e che è responsabile di nominare il suo successore in caso di morte.

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