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    Post-Covid, Antonelli (EY): “Guardiamo al futuro con gli occhi dei giovani imprenditori”

    Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e Managing Partner dell'Area Med (credit photo: EY)

    L'intervento al 35° Convegno di categoria ha evidenziato la necessità di un grande piano integrato che metta al centro le nuove generazioni, per ripristinare la capacità competitiva delle imprese

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 19 Ott. 2020 alle 08:27

    Il ruolo fondamentale dell’istruzione e della formazione delle nuove generazioni in un contesto nazionale segnato dalla crisi da Covid-19, è stato al centro delle riflessioni e considerazioni emerse durante la seconda giornata del 35° Convegno dei Giovani Imprenditori nell’intervento di Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Med.

    Guardando al futuro è necessario investire di più nell’istruzione e nella formazione degli imprenditori di oggi e di domani affinché le imprese del Paese possano partecipare attivamente alla ripresa. In Italia si registrano oggigiorno 150 mila posti di lavoro vacanti perché mancano le competenze necessarie e adeguate a fronte di una disoccupazione giovanile che ormai supera il 32%, frenando così lo sviluppo di progetti innovativi che vedono i giovani come motori del cambiamento.

    Dalle analisi di EY risulta che solamente il 9% degli occupati e il 5% dei disoccupati a livello nazionale partecipino ad attività di formazione. Ad oggi inoltre il 13,5% dei giovani italiani abbandona il percorso scolastico una volta ottenuto il diploma di scuola secondaria inferiore. Un dato allarmante. Un’analisi di Banca d’Italia evidenzia che, se l’Italia raggiungesse la composizione per grado di istruzione della popolazione in età da lavoro della Germania, si otterrebbe nel lungo periodo un aumento del 3,1 % del PIL pro capite rispetto ai livelli attuali.

    Per tale motivo diventa fondamentale supportare lo sviluppo di una nuova generazione di imprenditori e leader che dovranno guidare il mondo post-Covid, ma questo richiede coraggio e fiducia. Serve il coraggio di cambiare visioni consolidate attraverso nuovi contributi che, pur mantenendo il legame con la propria storia imprenditoriale, proiettino le aziende verso opportunità ancora inesplorate.

    Stiamo assistendo, per esempio, a una trasformazione delle strategie di interazione con i clienti verso un approccio sempre più orientato al digitale, per rispondere a un mercato in rapidissima evoluzione, anche da un punto di vista di valori che guidano le scelte. Secondo i dati EY-SWG, il canale d’acquisto online è stato privilegiato dai consumatori per ragioni legate a una più ampia scelta dei prodotti (34% a settembre rispetto al 22% registrato a luglio) e a costi più contenuti (dal 23% al 34% nello stesso arco temporale).

    Per ripristinare la capacità competitiva delle imprese sarà quindi fondamentale progettare la ripresa in un’ottica di domanda che si evolve e di capacità competitiva che necessita di una strategia coraggiosa che coinvolga la Pubblica Amministrazione, vera cinghia di trasmissione tra lo Stato e le imprese, e la formazione per un grande piano integrato che metta al centro i giovani imprenditori e le nuove generazioni.

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