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    Pensioni: quanto costano allo Stato le modifiche introdotte dal maxi-emendamento alla Manovra

    Ecco i dati relativi a costi e risparmi delle modifiche contenute nel maxi-emendamento in esame al Senato riguardanti le pensioni

    Di TPI
    Pubblicato il 17 Gen. 2019 alle 07:30 Aggiornato il 17 Gen. 2019 alle 07:58

    ULTIME NOTIZIE QUOTA 100Quota 100 – la riforma del sistema pensionistico che ha l’obiettivo di superare la legge Fornero e mandare prima in pensione migliaia di lavoratori – pur avendo subito una sforbiciata indispensabile (pari a 2,7 miliardi) affinché si potesse giungere ad un accordo con Bruxelles sulla manovra economica, sembra rimanere una misura costosa per i conti dello Stato.

    A metterlo in evidenza è il Sole 24 Ore che fornisce una stima dei risparmi provenienti dai tagli alle pensioni d’oro e alle indicizzazioni e dell’impatto che essi hanno sulla riforma previdenziale che permette di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi versati. Dai dati emersi dalla relazione tecnica del maxi-emendamento presentato a palazzo Madama si evince infatti che il risparmio proveniente dai tagli, pari a 330 milioni, sarà alla fine meno del 10 per cento rispetto all’investimento dei 4 miliardi previsto, in totale, per Quota 100.

    Non solo: in merito invece all’indicizzazione l’accordo con i sindacati è stato disatteso, in quanto non vi sarà un pieno adeguamento degli assegni all’inflazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo (1.500 euro al mese). Il che equivale a dire meno soldi per i pensionati.

    > Qui tutte le ultime notizie e gli aggiornamenti sulle pensioni

    Ultime notizie Quota 100 | Ancora poche certezze

    Al momento, per altro, non c’è ancora una conferma sui tempi di partenza della riforma che interesserà una platea di 315mila lavoratori nel 2019: si è parlato di 1° aprile, quindi di un avvio per la prossima primavera, ma i tempi sono stretti se si pensa che il provvedimento contenente le regole per Quota 100 dovrebbe essere pronto a gennaio. Di ufficiale per ora, quindi, c’è solo la struttura base della riforma, quella che concerne sostanzialmente i requisiti di accesso per i lavoratori al pensionamento anticipato.

    Quota 100, concepita come riforma solo sperimentale, dovrebbe rimanere in vigore per tre anni per poi trasformarsi in Quota 41 per tutti. O almeno questa è la volontà dell’esecutivo Conte, il quale deve ancora sciogliere i dubbi anche rispetto alle finestre mobili, meccanismo contenitivo delle richieste per l’uscita anticipata che prevede 3 mesi di attesa prima di ricevere la pensione per i privati e 6 per i pubblici. Questi mesi potrebbero infatti salire a 6 anche per i dipendenti del settore privato.

    Da quanto emerge da queste stime la spesa complessiva per le pensioni dovrebbe arrivare a 274 miliardi, Quota 100 esclusa. Tale cifra è però destinata a crescere e, probabilmente, a far aumentare i conti pubblici: nel 2019 ci sarà infatti una maggiorazione del 2,2% rispetto ad oggi, mentre a fine triennio è previsto un +8,5 per cento di spesa.

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