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    Con Quota 100 rischio classi vuote: a settembre serviranno 140mila nuovi insegnanti

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 9 Mar. 2019 alle 14:12 Aggiornato il 9 Mar. 2019 alle 14:12

    Quota 100, la nuova riforma previdenziale che permette di andare in pensione in anticipo con 62 anni di età e 38 di contributi, rischia di lasciare molte cattedre vuote a settembre 2019.

    A segnalare l’urgenza e riportare dati e numeri è il Sole 24 Ore: secondo il calcolo effettuato dal quotidiano economico-finanziario, infatti, il buco sarebbe di 140mila insegnanti; uno “svuotamento” a cui il Miur dovrà porre rimedio entro l’inizio del prossimo anno scolastico.

    Sono circa 31mila, a seguito dei pensionamenti ordinari e con l’avvio di Quota 100, i docenti che hanno infatti presentato domanda per lasciare il servizio a settembre: a pesare di più, però, la riforma tanto voluta dalla Lega di Matteo Salvini, come dimostrato dalle 6mila richieste di pensionamento in più rispetto all’anno scorso.

    Ad aggiungersi ai pensionamenti nel creare lo svuotamento delle classi, inoltre, anche i posti precari. Numeri confermati anche dai dati dei sindacati, i quali osservano che, nel caso di accoglimento di tutte le domande arrivate finora, a settembre si creerà l’urgenza di colmare tale voragine di 140mila posti.

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    Come ricorda sempre il Sole 24 Ore, questa situazione è analoga a quella che si creò successivamente all’approvazione della riforma sulla Buona scuola; ad oggi, però, dopo quattro anni e la stabilizzazione di 100mila precari, il numero degli studenti è rimasto quasi lo stesso e si delinea quindi la nuova urgenza di rinnovare nuovi incarichi a tempo fino al prossimo autunno.

    Ma come si è arrivati ad uno svuotamento di personale pari a 140mila unità? Ai 109mila posti attualmente assegnati a supplenti, secondo quanto calcolato dal Sole 24 Ore sui dati forniti da Miur, Inps e sindacati, si aggiungono i 15mila pensionamenti ordinari e i 16mila aggiuntivi con Quota 100.

    Il problema, comunque, non è solo la nuova riforma delle pensioni, ma riguarda anche e soprattutto il reclutamento nel mondo della scuola: ad avere i maggiori disagi – come sempre e in particolar modo per quanto riguarda materie come italiano, matematica, inglese e sostegno – sono Lombardia, Piemonte e Veneto.

    Già nel 2017, infatti, il Miur contava 22mila cattedre scoperte soprattutto al Nord a seguito dell’esaurimento delle graduatorie; nel 2018, poi, su 57mila immissioni in ruolo circa la metà non è andata a buon fine ed è stato necessario ricorrere alle supplenze.

    Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione, ha annunciato nuovi concorsi per procedere a nuove assunzioni, ma i tempi sono fin troppo stretti per rispondere all’urgenza dello svuotamento imminente, soprattutto per quanto riguarda scuole medie e superiori.

    Per la scuola dell’infanzia e la primaria, invece, sono già state avviate procedure straordinarie per risolvere la spinosa questione dei diplomati magistrali esclusi dalle Gae, le graduatorie ad esaurimento.

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