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    Da Quota 100 a Quota 104: ecco la nuova ipotesi per superare la legge Fornero

    La proposta è di un esperto di previdenza molto vicino alla Lega

    Di TPI
    Pubblicato il 18 Gen. 2019 alle 07:30 Aggiornato il 19 Gen. 2019 alle 09:56

    Pensioni Quota 104 | Ecco la nuova ipotesi per superare la legge Fornero

    PENSIONI QUOTA 104 – Mentre la discussione su Quota 100 – insieme a tutto il pacchetto pensioniviene rinviata al Senato a seguito della scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti alla Camera, è stata presentata una sua nuova versione “rivisitata”.

    Come infatti illustrato dal Corriere della Sera Alberto Brambilla, esperto di previdenza molto vicino al Carroccio, avrebbe presentato una nuova formula della riforma con l’obiettivo di contenere la spesa e rispondere così alle richieste dell’Ue.

    Secondo questa versione potrebbe andare in pensione a marzo 2019 soltanto chi avrà raggiunto i requisiti per la quota 100 – che, lo ricordiamo, corrispondono a 62 anni di età e 38 di contributi versati – da almeno due anni.

    Quindi, in sostanza, a partire da gennaio potrà andare in pensione chi ha 64 anni di età e 40 di contributi. Ma qual è il criterio per stabilire chi rientra in questa ipotesi e chi no? La data da tenere presente è il 31 dicembre: se entro quel giorno sono stati maturati i requisiti da almeno due anni allora l'”ingresso” in Quota 100 è consentito fin da subito.

    Pensioni Quota 104 – Ipotesi | Come funziona e a chi spetterebbe

    Come anticipato, la proposta di Brambilla si colloca tra le soluzioni “suggerite” al governo giallo-verde al fine di definire dei criteri di spesa sostenibili e condivisi dall’Unione europea in termini di sforamento del deficit.

    “La prima necessità è risolvere i problemi della legge Fornero. Fatto questo chiarimento ci sono due elementi pratici di cui tenere conto: nel prossimo mese di gennaio l’Inps non può ricevere in un sol colpo quasi 300mila nuove domande di pensionamento, l’altro punto è che un meccanismo del liberi tutti costerebbe di più 7 miliardi di euro”, ha spiegato Brambilla.

    “La premessa – continua l’esperto di previdenza – è liberare tutti i lavoratori che non hanno 67 anni di età o 42 di contributi e che per questo non possono andare in pensione”; in questo modo, ma a prezzi più sostenibili, il governo, ma soprattutto la Lega, potrebbe rendere effettiva una delle sue più grandi promesse elettorali.

    I primi ad andare in pensione sarebbero, quindi, tutti i lavoratori che hanno maturato i requisiti per la Quota 100 al 31 dicembre 2018 e da almeno due anni.

    In seconda battuta arriverebbe poi il turno di chi li ha da più di 18 mesi (e meno di 24), e a seguire tutti gli altri scaglioni, che scatterebbero tra il 2019 e il 2020 per tutti i titolari di Quota 100 sempre al 31 dicembre 2018.

    La quota 100, così facendo, diventerebbe quota 104: questo perché chi ha i requisiti da due anni al 31 dicembre deve avere, appunto entro questa questa data, almeno 64 anni di età e 40 di contributi.

    A questo punto la domanda che ci si pone è sulla platea di beneficiari di questa nuova ipotesi, e a fornire una stima è lo stesso Brambilla: in totale si tratterebbe di circa 250mila persone, 150mila per il 2019 e 100mila per il 2020.

    Per quanto invece attiene ai costi l’esperto ha chiarito che “il costo previsto è in media di circa 3,9 miliardi all’anno nei primi cinque anni”. Quanto al picco di spesa, esso “è comunque nel 2020 con un costo di circa 5,3 miliardi”. “L’intento – ha infine concluso Brambilla – sarebbe fissare una nuova soglia con 64 anni di età e 39 di contribuzione, ma è una decisione tutta politica”. Pensioni Quota 104

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