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    Pensione di cittadinanza, è bassa e solo per pochi: il beneficio non supera i 76 euro

    Credits: ANSA
    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 23 Apr. 2019 alle 11:15

    PENSIONE DI CITTADINANZA ULTIME NOTIZIE – In tanti sono rimasti delusi dopo che l’Inps, nel corso dei giorni scorsi, ha iniziato a comunicare gli esiti delle domande per il reddito o la pensione di cittadinanza. I diversi richiedenti, infatti, si sono visti assegnare degli importi molto più bassi di quelli che si aspettavano, motivo per cui in tanti hanno poi espresso le proprie lamentele e critiche sul nuovo sussidio economico sulla pagina Facebook Inps per la Famiglia.

    Secondo uno studio della Uil riportato da Il Messaggero a deludere i suoi beneficiari non è solo il reddito, ma anche la pensione di cittadinanza [qui come funziona e i requisiti], il sussidio destinato alle famiglie di anziani over 67 che si trovano in difficoltà economica.

    “L’analisi effettuata evidenzia come l’attuale meccanismo determini l’esclusione dal beneficio per la maggioranza della platea dei pensionati”, è quanto affermato da Domenico Proietti, segretario confederale del sindacato di Via Lucullo, che ne ha anche spiegato il motivo: “i percettori di pensione minima o di assegno sociale, privi di altri redditi, verranno esclusi poiché il reddito annuale, integrato con le maggiorazioni sociali, risulta ad oggi superiore al limite imposto per l’accesso alla pensione di cittadinanza” (7.560 euro per un single, che sale a 9.360 in caso si viva in affitto).

    Dall’analisi della Uil emerge quindi che solo i pensionati single in affitto arriverebbero a percepire un beneficio “non superiore a 76 euro mensili”: per quanto riguarda le coppie di pensionati over 67, invece, superare i limiti di reddito consentiti è fin troppo “semplice”, come quindi rimanere senza integrazione.

    È la Uil stessa a spiegarne le ragioni: la pensione di cittadinanza viene concessa a chi ha un reddito di massimo 10.584 euro annui, elevato a 13.104 nel caso si risieda in affitto, quindi due coniugi che ricevono un trattamento minimo o l’assegno sociale, che non godono di altri redditi e che hanno un reddito familiare mensile di 1.107 euro, rimangono esclusi dalla platea dei beneficiari. E questo sia nel caso di possesso di una casa di proprietà che nel caso di affitto.

    Lo studio del sindacato, inoltre, ha rilevato che il nuovo sussidio sarebbe “privo di una curva di salvaguardia”. Ciò “fa sì che un pensionato che percepisca un assegno frutto di anni di contribuzione disponga, al netto delle tasse, di un reddito inferiore del 6% rispetto a un pensionato che beneficia della pensione di cittadinanza”.

    Per affermare ciò la Uil ha messo a confronto la situazione di un anziano single con un reddito da pensione di 9.360 euro lordi soggetto ad aliquota Irpef nazionale e addizionali locali, e un pensionato che, percependo la PdC, arriva alla stessa cifra: applicando le detrazioni e le imposte il reddito annuo diventa di 8.765 euro e secondo il sindacato ciò rappresenta una “perdita del 6,35% di reddito netto annuo disponibile” rispetto al pensionato che arriva a 9.360 euro con l’integrazione del sussidio.

    La Uil ritiene perciò “necessario correggere queste storture dando più reddito a tutti con una decisa riduzione della pressione fiscale e aumentando le detrazioni specifiche”. Altrettanto necessario, poi, “ampliare la platea dei beneficiari della quattordicesima sulla pensione e aumentarne l’importo”.

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