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    Pace contributiva 2019: come funziona, a chi spetta e come fare domanda

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 17 Mag. 2019 alle 11:45 Aggiornato il 17 Mag. 2019 alle 11:48

    Pace contributiva 2019 | Inps | Come funziona | A chi spetta | News

    PACE CONTRIBUTIVA 2019 – Il decreto 4/2019, convertito in legge a ridosso della sua scadenza il pomeriggio del 27 marzo, ha introdotto oltre al reddito di cittadinanza e alla riforma delle pensioni Quota 100 anche la pace contributiva.

    Grazie a questa misura si ha ora la possibilità di colmare i buchi contributivi presenti nella propria carriera, cioè quei periodi non coperti da contribuzione presso nessun ente.

    Ma come funziona la pace contributiva? A chi spetta e come fare per riscattare i contributi beneficiando delle agevolazioni previste?

    Pace contributiva 2019 | Cos’è e come funziona

    Il decreto approvato dall’esecutivo e ora convertito in legge prevede che, per il triennio in cui va in sperimentazione Quota 100 – quindi 2019-2021 – i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti alla previdenza Inps possano riscattare i contributi dei periodi scoperti dal 1996 in poi.

    Tale riscatto sarà relativo al periodo tra il primo e l’ultimo contributo accreditato e, riguardando solo coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996, tocca tutti coloro che rientrano nel metodo di calcolo contributivo. La possibilità, quindi, è riservata agli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, alla gestione separata dell’Inps o agli iscritti presso le gestioni sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria che non siano già titolari di pensione e che siano privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.

    Potranno essere riscattati 5 anni al massimo, anche non continuativi, versando i contributi relativi a quel periodo. Tali contributi vengono calcolati in base a criteri ordinari: quindi, a ciascun anno che si intende riscattare, viene applicata l’aliquota di riferimento della gestione di appartenenza al reddito imponibile degli ultimi 12 mesi.

    Per effettuare i dovuti versamenti sarà possibile avere una rateizzazione e pagare in massimo 120 rate, sulle quali non è prevista l’applicazione di interessi.

    Quanto versato per riscattare i contributi può essere portato in detrazione nella dichiarazione dei redditi per il 50 per cento nei successivi 10 anni con rate continuative.

    Se i contributi del riscatto sono necessari per l’immediata liquidazione della pensione – o lo sono in vista dell’accoglimento di una domanda di autorizzazione ai versamenti volontari –  l’importo dovrà invece essere versato in un’unica soluzione.

    Pace contributiva 2019 | Domanda

    Per quanto riguarda la domanda per il riscatto dei contributi per i periodi non coperti, questa potrà essere presentata dal richiedente, dai suoi superstiti o dai parenti ed affini entro il secondo grado.

    Il modulo Inps che è necessario compilare e presentare direttamente negli uffici territoriali dell’istituto di previdenza è l’AP135.

    La pace contributiva, inoltre, riguarda anche il riscatto degli anni della laurea: il riscatto cosiddetto flessibile vale per tutti (e non solo per gli under 45 come previsto inizialmente).

    Entrambi i riscatti, sia della laurea che dei contributi, vede il coinvolgimento attivo anche di imprese e datori di lavoro. Questi potranno infatti utilizzare i premi di produzione che spettano al lavoratore per sostenere la sua richiesta di riscatto.

    Riscatto laurea 2019: come funziona, quando costa e come fare domanda

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