Era da almeno vent’anni che in provincia di Belluno si discuteva di costruire una nuova strada per ridurre il traffico sulla Statale 51 di Alemagna nella zona di Longarone. Oggi, grazie al traino delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina, quel progetto sta per materializzarsi. Al casello finale dell’autostrada A27 – uscita Pian di Vedoia – partirà in direzione nord un corridoio d’asfalto lungo 11 chilometri, parallelo al fiume Piave e alla stessa SS51, che si allaccerà con la Statale all’altezza della galleria di Termine di Cadore. In questo modo, ci saranno due percorsi alternativi per chi è diretto verso le Dolomiti e chi invece deve passare dal centro abitato di Longarone. E ai piedi della diga del Vajont non si creeranno più quegli ingorghi di auto e camion che sono oggi assai frequenti, così come gli incidenti.
La variante di Longarone costerà circa 400 milioni di euro: finanziamento interamente statale, inclusi i costi per l’edificazione di un nuovo ponte sul Piave. Benché si tratti di un’opera connessa alle Olimpiadi del 2026, i lavori dovrebbero concludersi nel 2028. Per le più imponenti infrastrutture di trasporto, infatti, Governo e Regioni hanno preferito spostare in avanti i tempi di realizzazione, in modo da evitare di ostacolare la viabilità nel territorio con cantieri in concomitanza con le gare.
In tutto sono 94 le «opere olimpiche» elencate dall’apposito Dpcm dell’8 settembre 2023. Di queste, 44 sono impianti sportivi e 50 sono infrastrutture legate per lo più alla mobilità, per un investimento complessivo superiore ai 3,6 miliardi in gran parte sostenuto dallo Stato (circa 2,8 miliardi) e dalle amministrazioni locali (circa 500 milioni).
A vegliare sui lavori c’è Simico, la Società Infrastrutture Milano Cortina costituita nel 2021 e di cui sono soci i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, che la controlla, e dell’Economia (con il 35% ciascuno), le Regioni Lombardia e Veneto (10% ciascuna) e le Province Autonome di Trento e Bolzano (5% ciascuna). L’amministratore delegato di Simico è l’architetto Fabio Massimo Saldini, che lo scorso maggio il Governo, dietro proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha nominato anche commissario straordinario per i Giochi invernali, chiamandolo a gestire con tempi più celeri dell’ordinario otto infrastrutture considerate strategiche (tra cui la variante di Longarone).
I teatri di gara
Lo scorso 25 marzo a Cortina è stato inaugurato l’impianto simbolo delle Olimpiadi: lo Sliding Centre “Eugenio Monti”, che ospiterà le gare di bob, slittino e skeleton: 1.730 metri di tracciato ghiacciato, 16 curve con pendenze riammodernate su un dislivello di 110 metri e livelli di accelerazione da 140 chilometri orari.
Il circuito – intitolato al campione di bob Eugenio Monti, che tra il 1956 e il 1968 vinse sei medaglie olimpiche e dieci mondiali – si snoda lungo lo stesso pendio su cui sorgeva la vecchia pista da bob, costruita negli anni Venti e ora demolita. Il nuovo impianto ha visto la luce dopo un iter realizzativo piuttosto travagliato. Contestazioni si sono levate per il previsto abbattimento di centinaia di alberi e per l’effettiva utilità dell’opera, destinata a ospitare discipline sportive che in Italia contano un numero esiguo di praticanti. Dopo un primo bando andato deserto, lo Sliding Centre è stato costruito dall’impresa Pizzarotti a tempo di record – tredici mesi – per un costo che si aggira intorno ai 120 milioni di euro. L’infrastruttura sarà dotata di una copertura con tetto verde, mentre gli edifici di partenza saranno ispirati alla caratteristica architettura ampezzana con il tetto a due falde. L’area circostante sarà attrezzata con spazi verdi, percorsi pedonali e strade realizzate con ghiaia delle Dolomiti. Inoltre, per minimizzare l’impatto ambientale, è stato installato un avanzato sistema di refrigerazione che utilizza soluzioni ecocompatibili per la scelta dei liquidi di refrigerazione (Glicole). Non solo: la società ha anche avviato un ambizioso progetto di ripiantumazione, piantando 10mila alberi. E l’energia termica generata per conservare il ghiaccio sarà rimessa in circolo per scaldare lo Stadio di Ghiaccio di Cortina.
Proprio quest’ultimo è un’altra opera chiave per i Giochi. Qui si terranno non solo le gare di curling ma anche la cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi. Lo stadio, edificato oltre mezzo secolo fa in occasione dei Giochi invernali di Cortina 1956, è stato riqualificato nei mesi scorsi con interventi per circa 20 milioni di euro, dalla totale eliminazione della barriere architettoniche alla manutenzione straordinaria del tetto per circa 7mila metri quadrati con la sostituzione dell’illuminazione secondo gli standard del Cio.
Spostandoci in Valtellina, a Livigno, sul versante Carosello, è stata costruita una pista dedicata alle discipline di aerials e moguls con trampolini per i salti e dossi artificiali (prima infrastruttura olimpica ad essere completata, nel dicembre 2024). Sul versante del Mottolino, invece, le quattro piste del Livigno Snowpark ospiteranno le gare di half pipe, slopestyle, big air, snowboard cross, ski cross e parallel giant slalom. A margine dell’impianto sportivo sono già stati conclusi i lavori per la modernizzazione della cabinovia, mentre è in fase di completamento il cantiere del parcheggio interrato che garantirà oltre 500 posti auto.
E ancora, a Bolzano è già in attività la nuova e modernissima Südtirol Arena, stadio del biathlon riqualificato con 52 milioni di euro: il nuovo tratto di pista, che si estende verso il traguardo, è stato progettato per aumentare la spettacolarità delle gare, mentre l’installazione di pannelli fotovoltaici rende l’impianto autosufficiente dal punto di vista energetico.
Quanto ai villaggi olimpici, i circa 3mila atleti che parteciperanno ai Giochi saranno alloggiati in tre diversi centri, a seconda della vicinanza con i rispettivi impianti sportivi: uno sarà a Cortina nell’area dell’ex aeroporto di Fiames, uno a Predazzo all’interno del perimetro della Scuola alpina della Guardia di Finanza e uno a Milano nell’ex scalo di Porta Romana. Su tutti e tre i fronti, i lavori sono in via di conclusione.
Viabilità e non solo
Tornando alle infrastrutture non strettamente connesse all’evento sportivo, a inizio luglio Simico ha affidato i lavori per la realizzazione della cabinovia Apollonio-Socrepes, sulle Dolomiti: l’impianto sarà costruito da un’associazione temporanea d’imprese che include Graffer, Dolomiti Strade ed Ecoedile. Sono previste tre stazioni (a valle, intermedia e monte), 10 piloni e 50 cabine da 10 posti, per una portata oraria di 2.400 persone. Costo: circa 30 milioni di euro.
Sempre a Cortina è ancora in fase di progettazione un’altra variante alla Statale 51: la bretella di Cortina, un’opera che – come nel caso di Longarone – era attesa da decenni e per la quale, grazie alla leva dei Giochi, sono stati stanziati adesso oltre 480 milioni di euro. Nello specifico, a ovest del centro abitato è prevista la costruzione di un nuovo tratto di strada quasi interamente in sotterraneo, con una galleria lunga 4,7 chilometri. Il termine dei lavori è fissato per il 2031.
Discorso analogo vale per la variante di Vercurago lungo la Statale 639 Lecco-Bergamo: se ne discuteva da un quarto di secolo, ora con le Olimpiadi il progetto – costo stimato: 250 milioni di euro – è stato sbloccato. Il cronoprogramma prevede l’avvio dei cantieri nel 2027 e la conclusione nel 2032.
Infine, tra le opere olimpiche spiccano i lavori di adeguamento previsti per l’Arena di Verona, dove si terranno la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi. L’anfiteatro subirà un importante intervento di riqualificazione degli accessi sia esterni che interni per rendere accessibile a chiunque la visita e la partecipazione a spettacoli ed eventi. La nuova Arena sarà senza barriere architettoniche.
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