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    Nasce il primo sindacato per influencer e content creator in Italia

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 18 Ott. 2022 alle 17:04 Aggiornato il 18 Ott. 2022 alle 17:04

    In Italia ci sono circa 350mila persone tra influencer e content creator, dagli youtuber ai podcaster, dagli streamer agli instagrammer, fino ai cyber atleti: il mercato che ruota intorno alle loro figure professionali vale circa 280 milioni di euro, in aumento del 15% rispetto a due anni fa, secondo i dati di DeRev Lab. Un mondo, quello dell’influencer marketing, che va espandendosi sempre più, e che ha visto la sua stima triplicata su scala globale negli ultimi 5 anni, arrivando a valere 14 miliardi. Oltre ad espandersi, diventa anche sempre più regolamentato: nasce così Assoinfluencer, il primo sindacato italiano che rappresenta influencer e content creator.

    “Questo ambito della digital economy non solo non è ancora attenzionato da una legislazione specifica sia sul piano fiscale sia dei compensi, ma spesso vede i suoi attori scontare un quadro giuridico poco chiaro e trasparente, nella cui costruzione l’associazione mira a coinvolgerli”, spiega Jacopo Ierussi, founder e presidente di Assoinfluencer. “In questi primi anni di posizionamento – aggiunge – abbiamo partecipato all’indagine conoscitiva in Parlamento che ha portato all’approvazione dell’Emendamento Creators nella Legge sulla Concorrenza 2021. Con impegno l’associazione si è battuta per l’approvazione dell’emendamento che ha portato il governo a riconoscere la figura del creatore di contenuti digitali, di fatto il primo passo delle istituzioni per lo sviluppo della Creator Economy italiana”. Le aziende stanno investendo in maniera sempre maggiore sull’influencer marketing.

    Secondo i dati del report “Brand & Marketer” dell’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing (Onim), oltre il 50% delle aziende italiane ha attivato campagne di influencer marketing nell’anno appena trascorso. Ad oggi per poter esercitare questa professione in via continuativa in Italia è necessario aprire una partita iva, essendo l’attività codificata come attività economica di tipo abituale. Sui guadagni, stando alle stime in possesso di DeRev, un post su Facebook di un influencer che ha meno di 50mila follower vale al massimo 150 euro, che diventano 750 se si arriva vicini al milione di follower e cinquemila se si sfonda quota 3 milioni.

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