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    Manovra, Luigi Marattin (Italia Viva) a TPI: “Governo vuole aumentare l’Iva. Noi siamo assolutamente contrari”

    Luigi Marattin. Deputato di Italia Viva. Ex-Consigliere Economico di Palazzo Chigi. Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 30 Set. 2019 alle 12:45 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 19:20

    Manovra 2020, Luigi Marattin (Italia Viva) a TPI sull’aumento dell’Iva

    Luigi Marattin è l’uomo che per Italia Viva sta seguendo il tavolo delle trattative di governo per la prossima manovra economica. L’intervista a TPI.

    Marattin, leggendo i giornali stamattina sembra che la prossima finanziaria sia già un primo scoglio per il nuovo governo, è così?

    No, no. Ieri c’è stato questo vertice fino a tarda notte. C’è, è vero, questo grosso ostacolo dell’ipotesi di aumento dell’Iva di cui ci siamo detti assolutamente contrari almeno per due motivi. Il primo di natura politica: nel momento in cui è nato questo governo molto innaturale (già l’alleanza con il Movimento 5 Stelle è innaturale) un mese fa si diceva che la motivazione pressoché esclusiva di questo governo fosse evitare l’aumento dell’Iva, quindi non puoi ora dire che aumenti l’Iva “solo per chi paga in contanti” perché se il gettito dell’anno scorso è stato 100 e l’anno dopo è 100 più x è ovvio che l’Iva sia aumentata. Punto. Puoi anche dirmi che a livello microeconomico scarichi l’aumento su chi usa i contanti ma in aggregato sempre di aumento si tratta. E aumentare l’Iva in un momento stagnante sui consumi è una cosa sbagliata. Poi c’è chi ci accusa di essere contro la digitalizzazione dei pagamenti: falso. Premesso che puoi incentivare sconti fiscali senza aumentare le tasse degli altri, noi siamo favorevoli alla digitalizzazione ma credo che la prima misura per diffondere pagamenti elettronici sia azzerare le commissioni. Dobbiamo fare in modo che il cittadino non abbia un aggravio di costo. Questo è il primo passo possibile. Poi attenzione: non è vero che chi paga in contanti è per forza un evasore. Noi sull’evasione fiscale siamo molto seri, non ci interessa punire il pensionato.

    A proposito di evasione fiscale: la promessa di combatterla è ogni volta la priorità di ogni governo ma poi alla fine si fa molto poco. Quali sono le ricette reali per cambiare lo stato di cose?

    Innanzitutto va detto che con i proventi della nostra lotta all’evasione (parliamo dei governi di centrosinistra) sono arrivati qualcosa come due miliardi di gettito in più dovuti alla fatturazione elettronica. Per noi parlano i fatti. Il passo successivo dovrebbe essere una reale possibilità di incrocio delle banche dati o incrocio delle dichiarazioni dei redditi con i movimento bancari. Questi sono strumenti molto più efficaci della tassazione di contanti. Un fisco elettronico 5.0. Ti faccio un esempio: l’incrocio completo delle banche dati a oggi ha un serio problema di privacy, se io controllo “Giulio Cavalli” non riesco ad avere tutti i dati a disposizione, il MEF sta lavorando per assegnare a ogni cittadino un codice alfanumerico per rendere operativo il sistema e garantire l’anonimato. Questa roba vale 50 aumenti dell’Iva e combatte l’evasione. Perché l’evasione vera non è tra i piccoli consumatori. Questo abbiamo detto con molta trasparenza ieri al tavolo.

    Il centrodestra vi accusa di voler instaurare uno “Stato di polizia”…

    Mettiamoci d’accordo: certe persone nel centrodestra appena fai provvedimenti sull’evasione invoca lo Stato di polizia. Noi siamo per combattere l’evasione e abbassare le tasse, intendiamoci bene: se nel centrodestra qualcuno non la pensa così, ed è una posizione legittima. Vada a raccontarlo agli italiani.

    Qualcuno però si aspetta dalla manovra anche scelte che diano il senso di un cambio di governo e di prospettive. Qualcosa “di sinistra”, per intenderci…

    Noi siamo seri: non facciamo un’ipotetica lista della spesa e poi diciamo “qualcuno trovi i soldi che ci servono”. Le risorse sono limitate e questo governo arriva con evidenti difficoltà di finanza pubblica. La prima priorità è evitare l’aumento dell’Iva poi noi di Italia Viva abbiamo il nostro “Family Act”, un pacchetto di misure (dagli asili nido gratuiti a altre riforme di sostegno alle famiglia). La possiamo chiamare una proposta di “sinistra”? Tra l’altro il gap di crescita dell’Italia rispetto agli altri Paesi è dovuto al fatto che abbiamo 10 punti in meno di occupazione femminile a causa dei servizi per l’infanzia carenti. Per questo vogliamo assistenza alle famiglie con figli, con la possibilità in futuro di cambiare anche il regime fiscale: è assurdo che chi ha più figli paghi più tasse.

    Reddito di cittadinanza e Quota 100 sono le due misure del precedente governo che il Movimento 5 Stelle dice di non voler toccare. Cosa ne pensate?

    Già questa manovra sconta notevoli risparmi su queste misure che non hanno funzionato secondo le aspettative. Il reddito di cittadinanza ha funzionato come strumento di lotta alla povertà, ha funzionato molto meno bene come politiche attive (penso ai navigator, solo per fare un esempio). Se si può aggiustare un ragionamento ce lo farei. Su Quota 100 invece noi siamo sempre stati contrari e rimaniamo contrari: la riteniamo una riforma ingiusta e poi non si può pensare di cambiare ogni anno la disciplina pensionistica. La riteniamo ingiusta ma ovviamente valuteremo con il resto della maggioranza cosa fare. Noi abbiamo la nostra proposta di Ape Social che consente il prepensionamento a chi è disoccupato o a chi ha svolto un lavoro usurante. Misure che abbiamo già preso nei governi passati.

    Quindi nessuna aria di crisi?

    Nessuna. Vedremo di fare tutto nel modo più liscio possibile.

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