L’11 novembre 2025 al Talent Garden di Roma andrà in scena la seconda edizione del Brand Journalism Festival, l’evento di riferimento in Italia per aziende, editori, giornalisti, e appassionati di brand journalism, storytelling corporate e comunicazione innovativa. Ne abbiamo parlato con l’ideatore llario Vallifuoco, esperto di Etnografia Digitale & Data Analysis e fondatore di Social Reporters.
“Sì, siamo in fase di scrittura. Mi occupo da 10 anni di corporate comunication con la mia startup “Social Reporters” seguiamo corporate italiane e multinazionali sui loro progetti editoriali che siano sia eventi interni sia esterni sia progetti che hanno a che fare con la valorizzazione delle persone in azienda. Per fare questo ci avvaliamo di tecniche giornalistiche, di Brand Journalism, a loro supporto. Sulla scia di questo posizionamento, ormai quasi decennale, lo scorso anno abbiamo voluto organizzare la prima edizione del Brand Journalism Festival che è un momento di discussione che coinvolge editori, giornalisti, media e comunicatori aziendali. Ma anche istituzioni e università. Lo scorso anno questo ha portato a riflettere su quelli che sono due obiettivi prevalenti. Il primo è superare la polarizzazione tra giornalisti e aziende, come se i giornalisti fossero i buoni e le aziende i cattivi. Noi vorremmo con il nostro Festival far partire un dialogo che porti a superare in qualche misura questa polarizzazione e che porti questi mondi a parlarsi. A riscrivere le regole d’ingaggio per una comunicazione più etica, più responsabile e più trasparente”.
“L’altro obiettivo è quello di rendere le nuove generazione che magari non sono pienamente consapevoli dei contenuti che fuiscono sui social e quindi cercare di dare loro un senso critico per far capire cos’è comunicazione e cosa no. Cos’è persuasione e quali sono le aree grige. Tantissime realtà editoriali neonate spesso non sono registrate all’albo dei giornalisti e questo fa si che esse escano dalla disciplina deontologica che invece è tipica di chi fa giornalismo puro. Ora ci troviamo in una fase di cesura, di ponte, tra giornalismo tradizionale e giornalismo contemporaneo. Siamo in una fase di transizione informativa. Noi vorremmo che questi mondi siedano allo stesso tavolo per fare delle riflessioni che possono convergere su come l’Intelligenza Artificiale impatta sull’editoria, sul giornalismo e sulla comunicazione e quindi la creazione dei contenuti tutti e come la creazione di tali contenuti impatta sulla percezione dei messaggi. A tal proposito quest’anno ci sarà tra i partner il gruppo Ipsos che condurrà un’indagine demoscopica dedicata al Brand Journalism Festival per andare a capire come i cittadini hanno un percepito rispetto ai messaggi che vengono condivisi dai media tradizionali, dai media contemporanei e dalle aziende. Questo per dire che questa edizione, rispetto alla precedente, sarà ancora più profonda perché oltre a Ipsos, che condurrà l’indagine demoscopica e un osservatorio sui nuovi linguaggi (specificatamente sulla parte podcast), avremo anche il gruppo Unipol che main partner di questa iniziativa che avrà modo di condividere la propria ricerca sulla generazione Z e sulle nuove generazioni e su come esse si informano, dove e quando”.
“Sì, un’altra tematica sarà l’IA e l’impatto che essa avrà sulle industrie. Avremo anche un panel dedicato alla comunicazione interna. Il cuore di questo evento è un po’ il giornalismo d’impresa, quello che vorrei trasferire è come le aziende rispetto al passato hanno cambiato un po’ la loro postura nella comunicazione. Oltre a comunicare i loro prodotti e servizi, le aziende hanno sviluppato questa postura da media company che li porta ad essere editori di se stessi. Ad esprimere attraversi i propri canali la propria circolarità editoriale che tiene dentro tanti progetti diversi. Ci sono tantissimi casi come Unipol che ha un magazine regolarmente registrato che fa degli osservatori molto profondi, Red Bull, Coca Cola, Ferrovie dello Stato, Patagonia dove il Brand Journalism è una pratica con cui le aziende esprimono la loro identità. Il Brand Journalism non è solo una tecnica per comunicare ma sta diventando un modo di informare il proprio pubblico in maniera organica, trasparente, etica, vera…”.
“Sì, lo scorso anno il Parlamento europeo ci ha accordato il patrociono e poi c’è stato Carlo Corazza che è intervenuto su AI Act e tutta la normativa europea sulla disinforamzione e fake news. Per questa edizione abbiamo richiesto il patrocinio del Parlamento Europeo e della Commissione Europea”.
“Quest’anno avremo Edison e Iliad come nuovi partner. Oltre ai partner confermati dell’anno scorso che sono Gruppo Hera, Unipol, Nestlé e Sara Assicurazioni”.
“Abbiamo la conferma che ci sarà la vicedirettrice de La Stampa Annalisa Cuzzocrea, il direttore de Il Fatto Quotidiano online Peter Gomez, Lorenzo Pregliasco di YouTrend, Lavinia Spingardi di SkyTg24, Leonardo Donato, editore di Fortune Italia. Avremo anche Silvia Sciorilli Borrelli, la corrispondente da Milano del Financial Times. E siamo in attesa di tante altre conferme. Noi vorremo coinvolgere quanti più giornalisti e comunicatori possibile. Ci sarà la presanza anche di Vittorio Emanuele Parsi Professore dell’Università cattolica, Giovanna Iannantuoni, Rettrice dell’Università Milano Bicocca e Presidente della CRUI, l’associazione delle università italiane. Il nostro è un percorso pluriennale, un evento di scopo e di missione. Vorremmo anche fare un po’ di raccomandazioni, individuare quasi una deontologia 4.0. L’irruzione dell’IA nell’industria editoriale, il tema delle piattaforme (come Meta, X ecc) che quasi sostiuiscono i media tradizionali, la postura delle aziende e la crisi del giornalismo che arranca in termini di sostenibilità devono portare a una nuova riflessione, senza polarizzazioni”.
“Credo che in questo momento dare soluzioni sia abbastanza ambizioso. Quello che dobbiamo escludere è la polarizzazione che non fa bene a nessuno e che non porta a una convergenza e riflessione sul tema. Credo che il coinvolgimento delle aziende all’interno di una dialettica di come l’informazione deve mantenere la propria indipendenza e i propri standard di qualità sia necessario. Ora serve un tavolo di lavoro dove gli attori si parlino, si ascoltino e trovino delle soluzioni condivise. Noi siamo un ponte. Per questo stiamo cercando di coinvolgere tutti gli attori del settore”.