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    Manovra, oggi il Consiglio dei Ministri: le poche risorse e il caro bollette fanno slittare le misure identitarie dei partiti

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 21 Nov. 2022 alle 08:46

    Le misure identitarie, quelle di grande impatto su pensioni e Fisco sbandierate dalle forze politiche in campagna elettorale, non entreranno nella manovra finanziaria oggetto del Consiglio dei Ministri previsto oggi alle 17: “Non ci sono le risorse, non c’è il tempo e non possiamo sbagliare. Siamo arrivati da 30 giorni e abbiamo poco più di mese per approvare la manovra”, dice la premier Giorgia Meloni commentando un provvedimento che sarà in larga parte influenzato dalle misure per contenere la crisi dei costi dell’energia. La legge di Bilancio dovrebbe prevedere lo stanziamento di circa 32 miliardi, due terzi dei quali in deficit, per dare supporto a imprese e famiglie alle prese con l’aumento delle bollette. La strategia della prudenza voluta dalla premier lascia di sasso i partiti, ma Meloni ribadirà oggi in Cdm che ci saranno cinque anni di tempo per dare colore politico alle misure del governo.

    “Adesso la nostra priorità è affrontare l’emergenza e dare all’Europa e ai mercati un segnale di grande serietà e senso di responsabilità”, ragiona con i ministri più fidati la leader di Fratelli d’Italia. Potrebbe quindi saltare il taglio dell’Iva sui beni di prima necessità come pane, pasta e latte. Per Salvini “sarebbe un bel segnale” procedere con l’abolizione, Berlusconi la ritiene una misura “essenziale” per tutelare le fasce più deboli, ma un ministro – citato dal Corriere della Sera – la chiude lì: “Non è importante, non si fa”. Per quanto riguarda le bollette, i crediti d’imposta saliranno dal 30% al 35% per i bar, i ristoranti e le altre piccole attività, mentre per le grandi imprese dal 40% al 45%. Il taglio del cuneo fiscale, atteso da Confindustria, Lega e Forza Italia, potrebbe salire dal 2% al 3%, ma privilegiando i lavoratori con gli stipendi più bassi.

    La soglia della flat tax al 15% per autonomi e partite iva sarà estesa da 65mila a 85 mila euro, con buona pace di Forza Italia che spingeva per arrivare a 100mila. Sulle pensioni Salvini deve accontentarsi di quota 103, 41 anni di versamenti e 62 di età, mentre verranno prorogate l’Ape sociale e Opzione donna. Ci dovrebbe essere poi un raddoppio da 100 a 200 euro della maggiorazione forfettaria dell’assegno unico universale per i nuclei familiari con quattro o più figli e 100 euro in più per i nuclei familiari con figli gemelli, fino al compimento del terzo anno di età. Allo studio infine lo stop al Reddito di cittadinanza se si rifiuta la prima proposta di lavoro e l’abolizione di tutte le cartelle fino a mille euro, notificate entro il 2015.

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