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    Reddito di cittadinanza: la rinuncia? Potrebbe essere molto cara

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 15 Mag. 2019 alle 11:33 Aggiornato il 15 Mag. 2019 alle 12:07

    Reddito di cittadinanza rinuncia | È a pagamento e potrebbe essere cara

    Reddito di cittadinanza rinuncia – Importi deludenti a fronte di troppi oneri e controlli: per queste ragioni ben 130mila beneficiari del reddito di cittadinanza vogliono rinunciare al sussidio.

    Procedere con la disdetta, però, non è gratuito e dovrebbe comportare il disbrigo di una serie di pratiche: tutto quello che è stato percepito prima della rinuncia, infatti, deve essere restituito. Queste le informazioni che trapelano dai vari Caf, i centri di assistenza fiscale.

    La procedura che devono seguire tutti coloro che intendono non percepire più il sussidio economico, però, non è ancora definita e per avere maggiori chiarimenti in merito è necessario attendere la circolare dell’Inps, la quale fornirà appunto delucidazioni rispetto alla restituzione degli importi caricati, per ogni beneficiario, sulla ormai nota card gialla (qui come funziona) rilasciata da Poste Italiane.

    L’Istituto di previdenza, inoltre, dovrà fornire informazioni sulle tempistiche necessarie per elaborare le rinunce, che si stimano essere appunto numerosissime; rinunciare al sussidio che funge da integrazione del reddito familiare, inoltre, prevederà il disbrigo di pratiche e passaggi che potrebbero richiedere tempi davvero molto lunghi (anche mesi).

    Quanto accreditato sulla RdC card, infatti, dovrà probabilmente essere restituito in un’unica soluzione, una procedura che ricorda tanto il bonus di 80 euro di Matteo Renzi; anche in quel caso, infatti, coloro a cui non spettava il bonus in busta paga hanno dovuto ridarlo indietro. L’Inps, comunque, dovrà per forza predisporre un canale per le richieste di rinuncia al sussidio al fine di poterle elaborare e effettivo lo stop ai bonifici mensili previsti.

    Ma chi è vuole rinunciare? Per lo più tutti quei beneficiari che si sono visti accreditare somme molto basse, spesso proprio al di sotto dei 100 euro, che si stimano essere circa 60mila. Un importo che ha fatto ragionare molti cittadini sul “se il gioco vale la candela”: d’altronde percepire il reddito di cittadinanza implica la sottoscrizione di un Patto per il Lavoro o di Inclusione sociale e l’obbligo, quindi, di seguire un percorso per trovare un impiego e migliorare, in generale, la propria condizione socio-economica.

    Questa rinuncia, comunque, potrebbe essere pagata molto cara: se infatti sono previste tempistiche lunghe, vuol dire che i soldi da restituire potrebbero essere di più mensilità. Il che equivale, in un certo senso, a pagare una multa.

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