Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Economia
  • Home » Economia

    L’Inps internalizza i 3100 dipendenti del contact center e assicura: “I costi non aumenteranno”

    Credit: ANSA/CLAUDIO PERI
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 1 Dic. 2022 alle 19:42 Aggiornato il 2 Dic. 2022 alle 19:48

    L’Inps internalizza i 3100 dipendenti del contact center

    A partire da oggi, giovedì 1 dicembre 2022, i circa 3100 lavoratori del contact center dell’Inps sono diventati dipendenti di Inps Servizi, la società in house providing interamente partecipata dall’istituto di previdenza.

    I lavoratori, che ora potranno beneficiare di una stabilità garantita dal datore di lavoro pubblico, oltre che di una formazione continua e di investimenti tecnologici, finora nonostante lavorassero per un servizio dell’Inps erano dipendenti di due società esterne, ComData e Network Contact.

    La scelta di internalizzare i 3.100 dipendenti risale al 2019 quando il governo Conte 2 decide di tutelare la stabilità occupazionale e al tempo stesso colmare l’assenza di questi profili all’interno dell’istituto di previdenza.

    Il passaggio di transizione, però, è stato allungato di un anno, fino a novembre 2022, a causa dell’epidemia di Covid che ha reso necessaria la piena operatività del contact center che, nei primi mesi della pandemia, è stato letteralmente preso d’assalto per via delle diverse prestazioni offerte dall’Inps per fronteggiare i disagi economici derivanti dall’arrivo del Coronavirus.

    L’Inps ha fatto sapere che l’internalizzazione non farà aumentare i costi: l’istituto di previdenza, infatti, sottolinea che i costi saranno pari a quelli del 2019, ovvero 103 milioni di euro. L’ente, inoltre, attraverso risparmi legati al costo delle sedi e all’ottimizzazione dell’organizzazione, conta di non utilizzare i 20 milioni aggiuntivi permessi dal piano industriale.

    L’obiettivo fissato dall’istituto di previdenza per il 2023, secondo La Repubblica, è di prevedere lo stesso livello di servizio registrato l’anno scorso (93,2%), portandolo al 94,5% nel 2024 e al 95,9% l’anno successivo.

    Nei giorni scorsi, infatti, la senatrice della Lega, capogruppo in commissione Lavoro, aveva chiesto delucidazioni sui costi dell’internalizzazione: “Vorremmo conoscere quali siano i costi sostenuti finora dall’azienda per erogare i servizi di call center in affidamento esterno e quali sarebbero i costi complessivi del processo di internalizzazione, quali siano i tempi per portare a conclusione il processo di trasferimento e come si intenda procedere, nella fase di transizione, per garantire all’utenza un servizio efficiente”.

    Nei prossimi giorni, fino al 4 dicembre, Inps servizi attiverà delle formule alternative a quelle telefoniche per completare lo switch.

    I numeri della internalizzazione

    Al 1° dicembre 2022 sono stati già assunti 2878 lavoratori: ulteriori 38 dipendenti verranno assunti nelle prossime settimane, mentre altri 98 sono i posti da coprire per un totale appunto di 3014 lavoratori, internalizzati nelle varie sedi Inps presenti in Italia, da Catania a Cosenza, da Roma a Milano fino a L’Aquila, Lecce e Olbia.

    I lavoratori, che hanno abbandonato i capannoni delle società esterne, ora si trovano nelle sedi dell’Inps: la maggior parte di essi, inoltre, usufruiscono dello smart working. Questo permette all’istituto di previdenza di risparmiare circa 15 milioni di euro che vengono reinvestiti nella formazione e nei lavoratori.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version