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    La crisi dei container può provocare carenza di carta igienica in tutto il mondo

    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 26 Mar. 2021 alle 21:24

    La crisi dei container può provocare carenza di carta igienica in tutto il mondo

    Le forniture di uno dei più essenziali tra i beni di consumo potrebbero essere minacciate dalla crisi dei container causata dalla pandemia di nuovo coronavirus, mentre il commercio marittimo mondiale è da giorni frenato a causa del blocco del canale di Suez.

    In una recente intervista a Bloomerg, l’amministratore delegato di Suzano, principale produttore della materia prima utilizzata nella produzione della carta igienica, ha lanciato il primo allarme di un possibile allargamento della crisi dei container ad altri tipi di spedizioni, come quelle “alla rinfusa” usate per la polpa di legno duro venduta dall’azienda brasiliana.

    Una storia, quella dei crisi dovuta alla carenza di container, che va al di là del recente blocco del canale di Suez ed è seguita alle restrizioni legate alla pandemia di Covid-19 che hanno limitato fortemente la quantità di container disponibili sul mercato, bloccati dai ritardi delle navi che avrebbero dovuto caricare quelli vuoti. Con la ripresa anticipata della Cina rispetto al resto dell’economia mondiale, i container inviati nei paesi occidentali dalla prima potenza manifatturiera al mondo stanno impiegando tempi più lunghi per tornare nel continente asiatico, portando a un aumentando delle tariffe di spedizione dei container e dei costi per i trasporti marittimi in generale.

    Secondo Walter Schalka, a capo di Suzano, l’aumento dei costi per il trasporto tramite container si sta trasferendo anche al trasporto convenzionale, minacciando le spedizioni di polpa, di cui il Brasile è il primo fornitore mondiale. Questo dopo che l’anno scorso la pandemia ha portato a un aumento vertiginoso della demanda di carta igienica in paesi come gli Stati Uniti, dove a marzo 2020 le vendite sono aumentate dell’845 percento. Un fenomeno invece che non ha interessato l’Italia, che consuma la metà dei rotoli a persona degli Stati Uniti (70 a fronte di 140, secondo quanto riporta Statista).

    Oltre alla crisi dei container, negli ultimi giorni il trasporto marittimo mondiale si è trovato a dover affrontare l’incertezza per il blocco del canale di Suez, che i soccorritori sperano di poter liberare domenica o lunedì prossimo con l’aiuto dell’alta marea. In alternativa potrebbero essere necessarie settimane per cercare di rimuovere la Ever Given, arenatasi lungo la riva del canale con un carico di 220.000 tonnellate.

    Da martedì scorso, quando la portacontainer si è arenata a causa del forte vento mentre si dirigeva verso i Paesi Bassi dalla Cina con un carico di 200.000 container, centinaia di navi attendono in fila la fine delle operazioni di soccorso.

    Secondo alcune stime, il blocco potrebbe costare l’equivalente di 8,16 miliardi di euro al giorno, pari a 340 milioni di euro l’ora.

    Ulteriori ritardi costringerebbero le compagnie di navigazione a cercare rotte alternative, passando ad esempio intorno al capo di Buona Speranza in Africa meridionale, una deviazione che potrebbe richiedere due settimane in più di navigazione, aumentando ulteriormente i costi del blocco.

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