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    Voucher, contratti a termine, taglio del cuneo fiscale: cosa c’è nel decreto Lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 1 Mag. 2023 alle 13:34 Aggiornato il 1 Mag. 2023 alle 13:34

    Il governo ha approvato il decreto Lavoro, che ieri era stato presentato nei suoi punti fondamentali ai sindacati. Tra le misure la riforma del Reddito di cittadinanza, il taglio del cuneo fiscale, la liberalizzazione dei contratti a termine. La ministra del Lavoro Marina Calderone soddisfatta: “Importanti interventi a sostegno delle famiglie”. Confermato il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi medio bassi: andranno a guadagnare fino a 100 euro in più al mese, ma solo da luglio a dicembre. Per i redditi più bassi fino a 25 mila euro lo sgravio contributivo passa dal 3% al 7%, che si traduce in poco più di 96 euro al mese in più in busta paga.

    Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva parlato di un ulteriore taglio del cuneo per “incrementare i redditi reali delle famiglie e al contempo limitare la rincorsa dei salari-prezzi”. L’intervento è arrivato ai redditi fino a 35 mila euro con lo sgravio contributivo che passa dal 2% al 6%. La priorità del governo, ha spiegato ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai leader di Cgil, Cisl e Uil, “è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro”.

    I nuovi contratti a termine saranno più flessibili: un arrivo meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno e non oltre i 24 mesi. Le causali sono affidate ai contratti collettivi o, in attesa della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. Innalzato da 10mila a 15mila euro annui il limite massimo per l’utilizzo di voucher per le prestazioni occasionali, ma solo “per gli utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento”.

    Tra i nuovi incentivi per l’assunzione di giovani, arrivano gli sgravi contributivi fino al 60% della retribuzione mensile lorda per chi assume ragazzi fino a 30 anni che non studiano né lavorano. Così come per il Reddito di cittadinanza, la bozza del decreto Lavoro prevede incentivi economici ai datori di lavoro del settore privato che decidono di assumere soggetti beneficiari dell’Assegno di inclusione, a patto che questo avvenga con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Il riconoscimento sarà un esonero del 100% dei contributi previdenziali fino a un limite massimo di 8 mila euro.

    “I provvedimenti decisi dal governo non vanno nella direzione da noi richiesta. Noi continueremo la mobilitazione unitaria e, se non avremo risposte, siamo pronti tutti insieme a continuare la mobilitazione fino a quando non avremo ottenuto i risultati di cui abbiamo bisogno. Per noi la Costituzione non è solo da celebrare per i 75 anni, è il riferimento per cambiare il Paese e fare le riforme. E non permetteremo a nessuno di cambiarla“: Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concludendo dal palco la manifestazione del primo maggio.

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