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Romadiffusa 2023, il programma del festival itinerante che racconta la città

Di Redazione TPI
Pubblicato il 25 Set. 2023 alle 13:44 Aggiornato il 25 Set. 2023 alle 14:18

Installazioni e arte pubblica per i vicoli del centro storico, cortili dei palazzi storici aperti, musica e performance sperimentali nei musei, secret concerts in un anfiteatro sotterraneo, stand up comedy nei bar, open studios di artisti e artigiani, una mostra diffusa per il centro: dalla Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone  a  un’autorimessa alla lavanderia di Piazza Farnese, oltre a workshop di mosaico, ceramica, acquerello e stampa litografica: sono solo alcuni degli eventi previsti da Romadiffusa, il primo festival culturale itinerante che nasce allo scopo di modificare la narrazione della città, valorizzare il territorio e costruire reti.

Ideato e realizzato da Sara D’Agati e Maddalena Salerno, giovani founders dall’agenzia creativa BLA Studio, il progetto nasce  per raccontare la capitale contemporanea, accendendo i riflettori ogni anno su un diversa area della città, trasformandola per 4 giorni, in uno spazio creativo  e attivo, dove contenuti inediti e moderni, incontrano location storiche e tradizionali. Rispetto alla prima, questa seconda edizione sarà ancora più ampia e d’impatto, abbracciando il centro storico, il cuore simbolico della città, preso d’assalto dal turismo mordi e fuggi e soggetto a un crescente svuotamento da parte dei residenti in favore di affitti brevi e alla proliferazione di attività commerciali anonime e standardizzate a danno delle botteghe e delle realtà autentiche.

“ROMA CITTÀ ODIERNA” è il claim del progetto, che nasce con il duplice scopo di valorizzare il patrimonio culturale e di competenze della città, mettendoli in connessione con le manifestazioni contemporanee virtuose, facendoli avanzare insieme e di modificare la percezione di Roma come città come città statica e decadente, ancorata ad un passato grandioso, che fa fatica a fare rete e a rinnovarsi.

“Troppo spesso si sente dire che Roma è una città ferma, difficile, che taglia fuori i giovani, il nuovo e ogni tentativo di cambiamento. La stessa rappresentazione della città, anche quando virtuosa, fa leva sul «museo a cielo aperto» e su una retorica decadente che non tiene conto dei suoi aspetti contemporanei e vibranti.Spiegano Sara e Maddalena. “Allo stesso modo, Roma è una città che fa fatica a fare sistema, a fare rete. Esistono una miriade di progetti che non trovano un contenitore all’interno del quale ibridarsi ed emergere: il settore pubblico dialoga poco il privato, si investe poco in cultura e sul territorio, gruppi ed associazioni portano avanti progetti affini, o complementari, senza essere al corrente l’uno dell’esistenza dell’altro”.

ROMADIFFUSA vuole offrire questo contenitore. Come? “Ogni edizione costruiamo una mappatura dell’area, andando letteralmente porta a porta alla ricerca dei luoghi e delle realtà più autentiche e interessanti, allo stesso tempo,  lanciamo ‘call for content’ facciamo ricerca e coinvolgiamo artisti, musicisti, performer e realtà creative in Italia e all’estero, per creare contenuti site-specific, e realizziamo una sorta di tetris tra luoghi storici ed iconici della città e contenuti contemporanei, inediti, originali.  Il fine è portare pubblici diversi e variegati a fruire di contenuti che altrimenti non avrebbero mai scoperto, in luoghi della cultura romana tradizionale: il forno, l’osteria, il carrozziere, i laboratori degli artigiani, le chiese.”

Molto più di un festival, quindi. Un progetto, questo, che vede la mappatura dell’intera città, area per area, al fine di costruire un database di tutto ciò che esiste di autentico e interessante a livello territoriale e di competenze, per dargli visibilità, valorizzarlo, e metterlo in rete. Ogni edizione del festival lascerà un presidio ROMADIFFUSA, un luogo dove le reti attivate durante il festival possano continuare ad interagire e contaminarsi, con il nostro supporto. Tra gli obiettivi di ROMADIFFUSA, è quello di diventare un appuntamento fisso, che spinga i turisti e gli interessati a tornare in città ogni anno. Attirare quindi un turismo diverso, interessato ad approfondire, a comprendere anche le manifestazioni contemporanee della città, a fermarsi il tempo necessario e, soprattutto, a tornare. Mira anche, quindi, a stimolare maggiori investimenti sulla città, a facilitare il dialogo tra pubblico e privato, e semplificare la fruizione dei contenuti attraverso un sistema di prenotazione centralizzato (da palazzo Altemps al workshop di ceramica  nella bottega artigiana, basta un click).

Patrocinato dal Comune di Roma Capitale che, ha riconosciuto nel progetto “un importante strumento di innovazione sociale, di rigenerazione urbana 2.0.” Spiega  Lorenzo Marinone, delegato del Sindaco  alle Politiche Giovanili. “E’ un invito a vivere gli spazi cittadini, a creare nuove connessioni tra persone, mestieri, espressioni artistiche e culturali diverse che si fondono in un percorso di conoscenza della città e di promozione territoriale. Altro aspetto eccezionale: è un progetto che nasce dalla creatività di due giovanissime”. 

In coprogettazione con il Municipio Roma I Centro, che ha permesso, oltre alla pedonalizzazione,  l’apertura dei Musei Civici, Palazzo Altemps e Casa delle lettarature . “Siamo felici di aver collaborato a questo evento così originale, che farà vivere con allegria e consapevolezza una delle parti più antiche e fragili della nostra meravigliosa città.Dichiara l’assessora alla Cultura, allo Sport e alle Politiche giovanili del I Municipio, Giulia Silvia Ghia. “Per questo spero che ROMADIFFUSA vi faccia scoprire e amare l’Ansa Barocca, e spero che passi un messaggio forte di rispetto per questi luoghi unici. Siamo tutti responsabili e tutti noi dobbiamo esserne i primi custodi”.

Il Festival, che si tiene periodicamente in una diversa area della città, ha già catturato l’attenzione del pubblico con tutti i workshop sold out a pochi giorni dall’uscita del programma, prevede un ricco palinsesto di eventi aperti a tutti, alcuni dei quali su prenotazione, che mescolano discipline diverse in contesti inaspettati, pubblici e privati.

Qui il programma completo
GIOVEDì 28 SETTEMBRE

Il festival si apre a mezzogiorno di giovedì 28 settembre, con una performance lirica durante il Mercato di Campo de’ Fiori, segue l’installazione di Nicholas Sagoni in un cortile storico, curata da Operativa Arte Contemporanea e, nel pomeriggio, il concerto di piano solo dell’enfant prodige Denny Costantini alla Fondazione Primoli, il vernissage dell’artista koreana Jieun Lim nella galleria Ermes-Ermes l’installazione site specific di Chloe Arrouy e la performance di Francesca Heart nell’antica litografia d’arte Acquaforte Ferranti.

VENERDì 29 SETTEMBRE

La giornata di venerdì si apre la mattina con l’installazione e il workshop “Beast Mother” del duo artistico Grossi Maglioni al Museo Barracco, una degustazione diffusa di vini che parte da Camillo a Piazza Navona per toccare le enoteche iconiche del rione, il Vernissage degli artisti della N0 Project Room in Via del Governo Vecchio, il take over delle storiche Piazza della Moretta e Piazza Pasquino con musica, dj set e food, stand up comedy al Bar Perù, la cena performativa con i Brama a Cappella Orsini e poi Steve Pepe live in un anfiteatro sotterraneo a due passi da Piazza Navona.

SABATO 30 SETTEMBRE

Il Sabato si apre con il format strade aperte, che vede la pedonalizzazione di via del Pellegrino e via dei Banchi Nuovi con stand e allestimenti in strada degli artigiani, esercenti e antiquari tra cibo, vino e musica. Seguono i workshop della mattina nelle botteghe del Centro Storico: arte incisoria, mosaico, book-binding, intreccio di vimini e ceramica. Il pomeriggio La rassegna di corti a Palazzo Altemps, il corso di scrittura creativa alla Casa delle Letterature, l’omaggio a Gabriella Ferri sotto la sua dimora storica. 

Lato arte c’è la performance diffusa “Meta-turismo” dell’artist run space Post Ex a cura di Giuliana Benassi, che riflette luoghi e cliché legati alla fruizione di massa del centro storico, il live di Coca Puma al Museo Napoleonico,  la performance di Rebeca Pak che allestisce un bar “ideale” all’interno di Galleria Eugenia Delfini, la visita guidata esclusiva alla mostra dell’artista newyorkese Matvey Levenstein nella galleria Lorcan O’Neill, la performance Psychoedelic Kitchen nell’alimentari di vicolo del Celso. Infine, la sera musica live in Piazza della Moretta, live dei Planet Opal nel cortile di Palazzo Gaddi, i Treetops al teatro Arciliuto.

DOMENICA 1 OTTOBRE

La domenica si apre con il jazz al Museo Barracco, nuovi workshop, dal floral design con il designer Dylan Tripp, all’Acquerello, agli scacchi in piazza, ai vari tour: dalla Roma queer alla Roma del cinema a quelli di architettura, vintage e fotografico. A pranzo varie opzioni, dalla pastata in Piazza dei Coronari, al brunch musicale da Camillo a Piazza Navona. Nel pomeriggio, la jam session a Piazza Pasquino, la maratona di pianoforte a Palazzo Braschi, la proiezione a Palazzo Altemps con Piccolo America, la performance di Neux Voix nell’Antica Litografia Ferranti e molto altro.

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