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    Un gruppo di artisti sta ricostruendo il Muro di Berlino

    Il Muro che divideva Berlino Est e Berlino Ovest durante la guerra fredda è caduto il 9 novembre 1989. Credits: Wikimedia Commons

    Al progetto del regista russo Ilya Khrzhanovsky hanno partecipato anche Brian Eno, Marina Abramovic e i Massive Attack

    Di Viola Stefanello
    Pubblicato il 31 Ago. 2018 alle 16:39 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:38

    L’artista e regista russo Ilya Khrzhanovsky ha messo in piedi una squadra di artisti di fama mondiale per un’installazione di arte interattiva che lascerà perplesso più di qualcuno: la ricostruzione del Muro di Berlino.

    Il celebre sistema di fortificazioni voluto dalla Repubblica Democratica Tedesca per impedire ai cittadini di Berlino Est di circolare liberamente nella Berlino Ovest usata dagli statunitensi come vetrina del capitalismo è stato costruito nel 1961 ed è stato abbattuto il 9 novembre 1989, dividendo la città per 28 anni.

    Ora, a 57 anni dalla costruzione del Muro una replica a grandezza naturale della fortificazione originale sarà eretta nel cuore di Berlino all’interno di un progetto d’arte sperimentale intitolato Dau: Freedom, alla cui buona riuscita hanno partecipato artisti del calibro di Marina Abramovic, Brian Eno e i Massive Attack.

    Nell’ambito del Berliener Festspiele, i visitatori che vorranno attraversare una determinata parte del centro di Berlino occupata dall’installazione dovranno acquistare un visto e attraversare dei severi controlli prima di poter entrare in una zona pedonale circondata dalla replica del Muro di Berlino.

    Proprio nel contesto di quest’opera d’arte contemporanea, Khrzhanovsky presenterà il suo film sperimentale Dau, a cui lavora da anni nel mistero più completo.

    Quando ha cominciato a filmare Dau, nel 2008, Khrzhanovsky ha ricreato una città stalinista di 12mila metri quadrati identica alla Mosca degli anni ’50 e ’60 a Kharkov, in Ucraina, rinominata “l’Istituto”.

    Per anni all’Istituto sono stati invitate centinaia di partecipanti, tra cui si contano vincitori del premio Nobel ma anche artisti famosi, a interpretare degli abitanti della Russia sovietica, vestendosi e comportandosi come allora e seguendo le stringenti regole del regime totalitario sovietico.

    “Si sono innamorati, hanno tradito i loro amici e i loro amanti, hanno sperimentato, sono invecchiati, hanno avuto figli, sono stati arrestati e hanno perso tutti”, narra una voce nel trailer del film che verrà mostrato per la prima volta a Berlino quest’anno.

    All’Istituto, Khrzhanovsky ha ottenuto più di 700 ore di filmati.

    L’installazione Dau: Freedom verrà aperta il 12 ottobre e poi distrutta “in una maniera spettacolare” il 9 novembre, giorno del 29esimo anniversario della caduta del Muro di Berlino originale.

    Dopodiché, i filmati preparati dal regista russo per l’installazione approderanno con il nome di Fraternity a Parigi dal 23 novembre e con quello di Equality a Londra nel 2019.

    Per questa installazione, che gli organizzatori chiamano “uno speciale spazio esperienziale”, i visitatori dovranno scambiare il loro cellulare con un apparecchio che li guiderà in un “viaggio individuale” attraverso lo spazio, che sarà aperto 24 ore al giorno.

    All’interno dell’installazione la vita quotidiana continuerà a scorrere, dando l’impressione di “viaggiare in un Paese straniero”.

     

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