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La lettera della mamma adottiva di due bambini neri: “I nostri figli vittime di razzismo, vorrei spiegarlo a Salvini”

Foto da Pixabay
Di Donato De Sena
Pubblicato il 6 Ago. 2019 alle 12:45 Aggiornato il 6 Ago. 2019 alle 13:21

Lettera della mamma di due bambini neri vittime di razzismo

I nostri figli sono vittime di episodi di razzismo e vorrei spiegare a Matteo Salvini che le parole hanno un peso: è quanto scrive in una toccante lettera pubblicata oggi da Repubblica la mamma adottiva di due bambini neri nati in Africa. La donna, Gabriella Nobile, fondatrice di ‘Mamme per la pelle‘, ha scritto al direttore del quotidiano Carlo Verdelli per denunciare la difficile condizione delle famiglie con figli di diverse etnie, che si ritrovano a vivere – dice – “esperienze viste nei film americani degli anni ’50 e ’60 sulla condizione dei neri”.

La mamma racconta in particolare due episodi di razzismo di cui è stato vittima la settimana scorsa, a Recco, in Liguria, suo figlio 13enne. “In vacanza con la nonna, giocava spensieratamente a calcio con gli amici nella piazzetta sul lungomare. Una signora passa in mezzo ai ragazzi e una pallonata la colpisce al viso. La sorte ha voluto che il piede che calciava fosse quello di mio figlio, unico nero del gruppo. Il marito, ancora prima di chiedere come stesse la moglie, si è scagliato contro il ragazzo urlando: ‘Dammi i documenti, fammi vedere il permesso di soggiorno’. La situazione è degenerata e sono state addirittura chiamate la polizia e l’ambulanza”.

Altro episodio due giorni dopo in spiaggia. “Un ragazzo sui 30 anni – ha raccontato ancora la donna – lo ha improvvisamente spintonato dicendogli: ‘Negro di merda, torna casa tua, questo paese è nostro! Peccato che non sei affogato con gli altri'”.

La madre nella lettera parla di rassegnazione e dolore provate da suo figlio, ‘colpevole’ di avere la pelle di un colore diverso dalla maggioranza delle persone che vivono dalle sue parti. “È difficile spiegare la sensazione di impotenza che prova un genitore davanti ad una situazione del genere”, scrive.

La donna indica anche le cause della violenza verbale subita: “È più di un anno che una certa politica ha deciso di nascondere le proprie mancanze creando dei nemici da combattere, distogliendo l’attenzione con falsi problemi. L’immigrazione è improvvisamente diventata la ragione di tutti i mali dell’Italia. L’inasprimento del linguaggio e della comunicazione contro lo straniero stanno rovinando la vita ai nostri figli e a tutti gli immigrati regolari che sino ad ora vivevano una vita normale ed integrata”.

Poi parla di Salvini: quando “sul palco di un comizio, davanti a centinaia di persone si permette di affermare ‘Non vogliamo più bambini confezionati dall’Africa, non accetteremo sostituzione di popoli con popoli!’, dà uno schiaffo alla nostra genitorialità adottiva”. Tra le conseguenze della deriva di questi tempi c’è “una vera e propria caccia al nero”, “ormai nero è uno straniero, nero è un immigrato, nero è un delinquente”.

“Mi piacerebbe – scrive concludendo la donna – incontrare il ministro dell’Interno e, parlando da madre a padre, fargli capire che le parole hanno un peso e ad ogni azione corrisponde una reazione”.

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