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    Heracleion, la Pompei sottomarina riemersa dalle acque del Mediterraneo dopo 1200 anni

    I primi resti della città sprofondata nel nulla sono stati rinvenuti nel 2000 a ben trenta metri di profondità, nelle acque profonde al largo di Abukir, vicino ad Alessandria d’Egitto

    Di Sara Ahmed
    Pubblicato il 30 Dic. 2017 alle 17:20 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:00

    In Egitto è riemersa una città greca scomparsa nel nulla oltre 1200 anni fa. Si tratta della mitica Heracleion, conosciuta con il nome di Thonis dagli antichi egizi.

    Secondo gli esperti, la città scomparve inghiottita dal Mediterraneo probabilmente in seguito ad un evento sismico o a causa del peso eccessivo dei suoi edifici costruiti su un suolo argilloso. Oggi, dopo 17 anni dalla scoperta, è finalmente aperta al pubblico per le visite.

    Secondo leggenda, l’antica città venne fondata intorno all’ottavo secolo a.C. per mano di Paride ed Elena quando i due innamorati rimasero bloccati su un’isola del delta del Nilo durante la loro fuga da Menelao.

    I primi resti della città sprofondata nel nulla sono stati rinvenuti nel 2000 a ben trenta metri di profondità, nelle acque profonde al largo di Abukir, vicino ad Alessandria d’Egitto. In passato la città era considerata un importante centro per il commercio fra il Mediterraneo e il Nilo nel periodo fra il VI ed il IV secolo avanti Cristo.

    A scoprire la città egizia di Hercleione è stato l’archeologo Franck Goddio di concerto con l’IEASM (Istituto europeo per Archeologia Subacquea) che grazie a sofisticate attrezzature è riuscito a mappare e a far riemergere i resti archeologi della città.

    Heracleio distante 6,5 chilometri dalla costa ed è situata all’interno di un’area nella parte occidentale di Abukir, vicino ad Alessandria d’Egitto.

    Dopo 17 anni dalla scoperta della città sono stati trovate: 64 antichi relitti di navi, oltre 700 ancoraggi, monete d’oro, statue giganti, centinaia di piccole statue di piccole divinità, lastre di pietra incise in greco antico e in egiziano, decine di calchi di sarcofagi che si ipotizza contenessero animali mummificati e numerosi manufatti religiosi.

    “Questa è stata una scoperta archeologica travolgente”, ha spiegato Barry Cunliffe, l’archeologo dell’Università di Oxford che ha guidato la spedizione. “I reperti distesi sul fondo del mare, ricoperti e protetti dalla sabbia, si sono stupendamente conservati per secoli”, ha aggiunto.

    L’archeologo Frank Goddio ha spiegato che si è solo all’inizio della ricerca: “Probabilmente dobbiamo continuare a lavorare per i prossimi 200 anni. Hanno iniziato a scavare Pompei nel diciottesimo secolo e non è ancora stata completamente scavata. Heracleion è tre volte grande rispetto a Pompei”.

    Ad oggi la città può essere ammirata tramite la ricostruzione virtuale creata grazie ai video e alle foto scattate durante le operazioni di  recupero dei reperti archeologici della città. L’Unesco ha infatti richiesto di non estrarre le statue colossali dei faraoni dal mare e gli altri reperti di Heracleion.

    Alcuni reperti della città potranno essere invece visitati dal vivo nel museo archeologico della città d’Alessandria d’Egitto.

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